Defibrillatori impiantabili nella disfunzione ventricolare sinistra
Categoria : cardiovascolare
Data : 16 maggio 2008
Autore : admin
Intestazione :
Negli adulti con disfunzione ventricolare sinistra gli ICD riducono la mortalità totale ma è difficile identificare particolari sottogruppi in cui i benefici potrebbero essere più evidenti.
Testo :
In questa revisione sistematica della letteratura sono stati identificati 12 RCT (8.516 pazienti) e 76 studi osservazionali (96.951 pazienti) in cui è stata valutata l'efficacia e la sicurezza dei cardioverter-defibrillatori impiantabili (ICD) in pazienti con disfunzione ventricolare sinistra. Secondo gli RCT negli adulti con disfunzione ventricolare sinistra (nell'86% dei casi era presente uno scompenso cardiaco classificabile in classe II o III secondo la New York Heart Association) gli ICD riducono la mortalità totale del 20% (IC95% da 10% a 29%). Il risultato negli studi osservazionale è anche migliore, con una riduzione della mortalità del 46% (IC95% da 32% a 57%). I decessi associati all'impianto dell'ICD avvengono nell'1,2% dei casi (IC95% 0,9-1,5%). I problemi post-impianto sono dovuti essenzialmente al malfunzionamento del device oppure all'insorgenza di infezioni. Gli autori concludono che gli ICD riducono la mortalità toatle negli adulti con disfunzione ventricolare sinistra e che i benefici sono evidenti anche al di fuori del contesto degli RCT. Tuttavia bisogna anche tener conto dei limiti della revisione: gli studi eseminati in genere hanno una breve durata e tendono a non riportare end-point non fatali; inoltre non permettono di identificare sottogruppi di pazienti che più potrebbero beneficiare dell'impianto.
Fonte:
Ezekowitz JA et al. Systematic Review: Implantable Cardioverter Defibrillators for Adults with Left Ventricular Systolic Dysfunction. Ann Intern Med 2007 Aug 21; 147:251-262
Commento di Renato Rossi
E' noto che i pazienti con disfunzione ventricolare sinistra, soprattutto se sintomatici per scompenso cardiaco, hanno un elevato rischio di aritmie ventricolari minacciose e di morte improvvisa. Gli ICD sono in grado di ridurre tale rischio e in un ampio studio sono risultati superiori all'amiodarone [1]. I risultati della revisione sistematica recensita in questa pillola comunque confermano quelli di uno studio precedente [2] da cui risultava che gli ICD sono utili non solo ai pazienti in prevenzione secondaria (cioè che hanno già avuto gravi aritmie ventricolari) ma anche ai soggetti in prevenzione primaria a rischio elevato (per esempio quelli con pregresso infarto miocardico e funzionalità ventricolare depressa oppure con scompenso cardiaco avanzato). Un dato abbastanza sorprendente della revisione è che negli studi osservazionali si è registrata una riduzione della mortalità più che doppia rispetto a quanto dimostrato dagli RCT. Questo potrebbe dipendere dal fatto che nella pratica reale viene effettuata un' attenta selezione dei pazienti da sottoporre all'impianto, privilegiando quelli a maggior rischio. In effetti, come notano gli autori della revisione, solo studi futuri potranno meglio identificare i sottogruppi di pazienti che potrebbero trarre maggiori benefici dagli ICD.
Referenze
1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=1582 2. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2320
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