Resistenza al Tamoxifen.
Categoria : oncologia
Data : 06 giugno 2003
Autore : admin
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Un marcatore enzimatico ( scoperta effettuata da scienziati dell’Università dell’Illinois di Chicago) potrebbe consentire di prevedere quali pazienti che soffrono di tumore del seno risponderanno bene al Tamoxifen, permettendo lo sviluppo di terapie appropriate a seconda dei casi. Il Tamoxifen è ormai usato da più di 25 anni per curare i pazienti con particolari tipi di tumori del seno. Ma il farmaco non è efficace per tutti i pazienti e, fino a oggi, i medici e i ricercatori non sono in grado di prevedere chi ne riceverà benefici e perché. In un articolo pubblicato sulla rivista “British Journal of Cancer”, la farmacologa Debra Tonetti presenta i risultati di uno studio che identifica un possibile indicatore di resistenza al Tamoxifen. Il tamoxifen agisce bloccando gli effetti dell’estrogeno, che favorisce la crescita delle cellule del tumore del seno contenenti il recettore dell’estrogeno. Tuttavia, in uno studio retrospettivo, Tonetti ha scoperto che i pazienti in cui la malattia era ricorrente avevano livelli alti di un enzima chiamato proteina chinasi C alfa (PKC-alfa), mentre i pazienti che non presentavano ricorrenza della malattia per almeno cinque anni avevano livelli di PKC-alfa molto bassi o pari a zero. “La produzione eccessiva di PKC-alfa - spiega Tonetti - può essere usata per predire chi non risponderà al tamoxifen. Inoltre, abbiamo scoperto che nei topi i tumori che superproducono PKC-alfa regrediscono completamente con un trattamento dell’estrogeno”. Queste scoperte potrebbero guidare verso importanti applicazioni terapeutiche per i malati di tumore del seno.
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