Rischio cardiovascolare da celecoxib: The Cross Trial Safety AnalysisCategoria : cardiovascolare Data : 13 dicembre 2008 Autore : admin Intestazione : Il rischio cardiovascolare da celecoxib dipende dalla dose somministrata e dal rischio di base dei pazienti. Testo : Alcuni studi osservazionali e RCT hanno messo in evidenza un aumento del rischio cardiovascolare in associazione agli inibitori della COX-2 (coxib) (*). Nonostante la maggior parte delle analisi riguardasse l’uso dei coxib a breve termine nell’artrite, le evidenze iniziali di rischio cardiovascolare sono emerse in modo particolare da trial controllati versus placebo che esaminavano il ruolo terapeutico di questa classe farmacologica nel lungo termine in altre patologie. In particolare, lo studio APPROVe (Adenomatous Polyp Prevention On Vioxx), disegnato per studiare gli effetti di rofecoxib nella prevenzione delle recidive della poliposi adenomatosa del colon, nel braccio di trattamento con rofecoxib ha evidenziato un aumento di quasi il doppio del rischio di eventi cardiovascolari maggiori rispetto a placebo (3,5% vs 1,9%). Questi risultati hanno indotto la ditta produttrice, il 30 settembre 2004, a sospendere volontariamente dal mercato mondiale il rofecoxib. La metanalisi del National Institutes of Health ha dimostrato che il rischio cardiovascolare da celecoxib dipende dalla dose somministrata e dal rischio di base dei pazienti, evidenziando una maggiore incidenza di eventi avversi cardiovascolari in pazienti ad alto rischio e per dosi maggiori di celecoxib suddivise in somministrazioni giornaliere multiple. Commento Gli autori illustrano alcune limitazioni della metanalisi, che dovrebbero essere prese in considerazione al fine di interpretare correttamente i risultati: Le evidenze di rischio cardiovascolare osservate sono attribuibili soltanto ad alti dosaggi di celecoxib, che sono solitamente impiegati in condizioni diverse dall’osteoartrite, come artrite reumatoide (fino a 200 mg/2 volte/die), dolore acuto e dismenorrea (=400 mg/die, 200 mg 2 volte/die) e poliposi adenomatosa familiare (400 mg/2 volte/die). - I risultati presentati in questo studio non sono pertanto estrapolabili ad altri regimi di dosaggio di celecoxib. Non è possibile valutare se il celecoxib a dosi minori sia associato ad un rischio cardiovascolare inferiore e quanto questo rischio differisca da quello attribuibile agli antinfiammatori non selettivi. - I trial inclusi nella metanalisi non sono stati disegnati con l’intento di valutare la sicurezza cardiovascolare e quindi i risultati sono stati estrapolati da dati raccolti per altri fini. - Il metodo di valutazione del rischio cardiovascolare basale dei pazienti è stato piuttosto impreciso, poichè le caratteristiche dei partecipanti a ciascuno studio differivano notevolmente; talvolta, non sono state individuate misure dirette delle patologie vascolari necessarie alla definizione delle categorie di rischio. - Sebbene i dati suggeriscano un’interazione tra i fattori di rischio basali dei pazienti e la dose di celecoxib, esiste un numero molto basso di eventi nella popolazione a basso rischio, che comporta una ridotta precisione delle stime in questo sottogruppo di pazienti. Dottoressa Paola Cutroneo Riferimento bibliografico Solomon SD et al, Cross Trial Safety Assessment Group. Cardiovascular risk of celecoxib in 6 randomized placebo-controlled trials. Circulation 2008; DOI: 10.1161/CIRCULATIONAHA.108.764530. (*) In Italia gli inibitori della COX-2 disponibili in commercio sono i seguenti: - Celecoxib alla dose di 200 mg per via orale, indicato per il trattamento sintomatico dell'osteoartrosi e dell'artrite reumatoide (classe A con nota AIFA 66). - Etoricoxib, alle dosi di 60, 90 e 120 mg per via orale, indicato per il trattamento sintomatico dell’osteoartrosi, dell’artrite reumatoide e del dolore e dei segni di infiammazione associati all’artrite gottosa acuta (classe A con nota AIFA 66). - Parecoxib alla dose di 20 mg e 40 mg per via im, indicato per il trattamento a breve termine del dolore postoperatorio (classe C). L’ultima revisione dell’EMEA (1) sul rapporto beneficio/rischio dei coxib (celecoxib, etoricoxib, e parecoxib) è del 27 giugno 2005, con la quale sono state introdotte nuove controindicazioni e avvertenze: - i coxib sono controindicati nei pazienti con malattia cardiaca ischemica e/o cerebrovascolare (stroke) ed anche nei soggetti con arteriopatia periferica; - nei pazienti con fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, iperlilidemia, diabete, abitudine al fumo) i coxib vanno somministrati con cautela; - data la correlazione tra impiego dei coxib e rischio cardiovascolare, la terapia con coxib deve essere implementata alla minima dose efficace per il più breve periodo di tempo; - i coxib possono determinare delle rare ma gravi reazioni di ipersensibilità a livello cutaneo, talora fatali, nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento; il rischio è maggiore nei pazienti con una storia di reazioni allergiche. (1) European Medicines Agency concludes action on COX-2 inhibitors. Press release 21 June 2005. www.emea.eu.int. Contributo gentilmente concesso dal Centro di Informazione sul Farmaco della Società Italiana di Farmacologia - http://www.sifweb.org/farmaci/info_farmaci.php/ |