Quale follow-up nella donna operata di cancro mammario?Categoria : oncologia Data : 06 gennaio 2009 Autore : admin Intestazione : La rivisitazione di alcune linee guida permette di definire quali sono i comportamenti raccomandati nella donne operata di cancro mammario. Testo : Una paziente di 55 anni sottoposta ad interveno chirurgico per cancro mammario (diametro 1 cm, linfonodi negativi, recettori ormonali positivi) si presenta al proprio medico curante esibendo la richiesta del Centro di Oncologia cui fa riferimento per una serie di esami ematochimici di controllo, di radiografia del torace e di ecografia addominale. La paziente è asintomatica ed ha appena eseguito una mammografia, risultata negativa. Si tratta di una evenienza per nulla rara nella pratica clinica e il medico curante giustamente si pone alcune domane:
In conclusione le raccomandazioni delle linee guida sono chiare: il follow-up intensivo proposto da alcuni Centri Oncologici non ha dimostrato di essere utile e dovrebbe essere scoraggiato. L'ipotesi che la donna desideri controllarsi maggiormente ed essere seguita da un centro speciliastico è tutta da dimostrare. Quando correttamente informata sui limiti di un follow-up esasperato sceglie spesso di essere seguita dal proprio medico di famiglia con buona soddisfazione ed outcomes non peggiori, come fanno notare le linee guida dell'ASCO [2], perlomeno a partire da un anno dopo la diagnosi. A quanto sopra si possono aggiungere alcune annotazioni. 1) La RMN mammaria potrebbe avere un ruolo, magari nelle donne a più elevato rischio di recidiva, ma le opinioni non sono univoche [5]. 2) Le donne che assumono inibitori dell'aromatasi sono a rischio più elevato di osteoporosi. In questi casi può essere indicata una densitometria ossea periodica durante il periodo di trattamento (di solito 5 anni); nel caso si rendesse necessaria una terapia si consigliano i bifosfonati perchè il raloxifene più interferire con gli inibitori dell'aromatasi. 3) La valutazione del rischio cardiovascolare è consigliata sia perchè i trattamenti con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi possono aumentare il rischio trombotico sia perchè alcuni chemioterapici possono deprime la funzionalità cardiaca (7,8); da considerare che anche la terapia radiante effettuata sulla parete toracica aumenta il rischio cardiovascolare di circa un terzo. Renato Rossi Referenze 1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2980 2. Khatcheressian JL et al. American Society of Clinical Oncology. American Society of Clinical Oncology 2006 update of the breast cancer follow-up and management guidelines in the adjuvant setting. J Clin Oncol 2006 Nov 1;24(31):5091-7. 3. Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN). Management of breast cancer in women. A national clinical guideline. Edinburgh (Scotland): Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN); 2005 Dec. 50 p. (SIGN publication; no. 84). (accesso del 17 dicembre 2007) 4. National Institute for Clinical Excellence. Improving Outcomes in Breast Cancer. Manual Update. Aug 2002. http://www.nice.org.uk/nicemedia/pdf/Improving_outcomes_breastcancer_manual.pdf (accesso del 17 dicembre 2007). 5. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=3281 6. Hayes DF. Follow-up of patients with early breast cancer. N Engl J Med 2007 Jun 14;356:2505-13. 7. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=3025 8. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=2591 |