Esposizione agli antipsicotici e rischio di strokeCategoria : psichiatria_psicologia Data : 29 maggio 2009 Autore : admin Intestazione : L’uso di tutti i farmaci antipsicotici comporta un aumento del rischio di stroke e tale aumento non è attribuibile a differenze nel rischio cardiovascolare basale del paziente. Testo : Diverse evidenze raccolte negli ultimi anni hanno generato preoccupazioni riguardo l’aumento del rischio di stroke correlato all’uso degli antipsicotici atipici. L’uso di tutti i farmaci antipsicotici comporta un aumento del rischio di stroke e tale aumento non è attribuibile a differenze nel rischio cardiovascolare basale del paziente. Commento I punti di forza dello studio sono rappresentati dal disegno sperimentale, meno soggetto ai problemi di confondimento degli studi caso-controllo e di coorte; il fatto di aver escluso i dati successivi al 2002, quando sono emerse le prime allerte sull’associazione tra l’uso di antipsicotici atipici e lo stroke; la scelta di un campione rappresentativo della popolazione e di ampia dimensione. Un potenziale limite potrebbe derivare dalla qualità dei dati clinici riportati nella banca dati: in oltre l’85% dei casi, gli stroke sono stati registrati con un codice che non specificava il sottotipo. Ciò nonostante, il rate ratio in un sottogruppo di 233 pazienti con stroke emorragico, esposti agli antipsicotici è stato 1,14 (0,71–1,84), indicando che l’effetto dei farmaci potrebbe essere limitato agli stroke non emorragici. (*) L’FDA, nel maggio scorso, ha pubblicato un comunicato stampa mediante il quale ha esteso il rischio di aumento della mortalità nei pazienti anziani affetti da demenza a tutta la classe degli antipsicotici, sia tipici che atipici. Conflitto di interesse Nessuno dichiarato. Dottor Gianluca Miglio Riferimento bibliografico Douglas IJ, Smeeth L. Exposure to antipsychotics and risk of stroke: self controlled case series study. BMJ 2008; 337: a1227. -------------------------------------------------- Effetto dei warning regolatori sul tasso di prescrizione di farmaci antipsicotici nei pazienti anziani affetti da demenza: analisi basata sulla popolazione secondo il modello in serie temporale Tra i tre farmaci antipsicotici atipici, risperidone, olanzapina e quetiapina, introdotti in Canada negli anni ’90 per il trattamento della schizofrenia e di altre condizioni psichiatriche, solo risperidone è stato autorizzato per la gestione sintomatica a breve termine di comportamenti correlati ad aggressività e psicosi nei soggetti affetti da demenza. Nell’Ottobre del 2002, l’azienda farmaceutica Janssen-Ortho che commercializza risperidone in Canada, ha concordato con l’Health Canada (Agenzia regolatoria canadese) un warning agli operatori sanitari sulla possibilità di eventi avversi gravi di natura cerebrovascolare associati all’uso dell’antipsicotico in pazienti anziani affetti da demenza, osservati in studi clinici controllati con placebo. Un warning simile su olanzapina rivolto agli operatori sanitari è stato diffuso nel Marzo 2004 dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, produttrice del farmaco. Infine, nel giugno 2005, l’Health Canada ha notificato potenziali problemi di sicurezza (aumento della mortalità per tutte le cause) associati all’impiego di risperidone, olanzapina e quetiapina in pazienti anziani con demenza. Questo studio ha cercato di esaminare l’impatto di questi warning sull’uso degli antipsicotici atipici e convenzionali analizzando i dati prescrittivi della provincia canadese dell’Ontario relativi a risperidone, olanzapina e quetiapina e ad una lista di farmaci antipsicotici convenzionali nel periodo compreso tra Maggio 2000 e Febbraio 2007. Sono stati inseriti anche i farmaci antipsicotici convenzionali alla luce dei risultati di studi osservazionali, che hanno suggerito una mortalità maggiore con questi farmaci rispetto agli atipici, in modo da ottenere una misura complessiva degli esiti di questi warning sulla sicurezza del paziente. I pazienti con diagnosi di demenza sono stati identificati attraverso una correlazione dei codici paziente riportati sulle prescrizioni, con gli stessi codici presenti nelle cartelle di dimissione ospedaliera registrate dal Canadian Institute for Health Information e con i dati delle dichiarazioni mediche provenienti dall’Ontario Health Insurance Plan nei 5 anni precedenti la prescrizione dell’antipsicotico. La diagnosi di demenza è stata accertata anche tramite le prescrizioni di inibitori dell’acetilcolinesterasi. Sono stati selezionati pazienti con diagnosi di demenza ed età >65 anni al momento di ciascuna prescrizione degli antipsicotici. L’effetto di ciascun warning è stato misurato confrontando il tasso di prescrizione 12 mesi dopo la notifica dell’allerta con un tasso stimato, considerando che il warning stesso fosse privo di effetto. L’effetto assoluto dei warning è stato calcolato come differenza tra queste due misure. L’effetto relativo era invece il risultato del rapporto tra differenza assoluta e tasso stimato calcolati 12 mesi dopo il warning. Nel periodo precedente il primo warning, una crescita nell’uso di antipsicotici atipici è stata associata ad un aumento dell’uso di antipsicotici in generale. Ciascuna allerta è stata associata con una riduzione minima relativa nell’uso predetto di antipsicotici atipici: 5% per il primo warning, 4.9% per il secondo e 3.2% per il terzo (p <0,05). Il tasso prescrittivo dei farmaci antipsicotici in pazienti con demenza è aumentato del 20%, da 1512 per 100.000 anziani nel settembre 2002 (mese antecedente il primo warning) a 1813 per 100.000 anziani nel febbraio 2007, 20 mesi dopo il secondo avviso. Sebbene i warning regolatori abbiano rallentato la crescita nell’uso dei farmaci antipsicotici atipici fra i pazienti con demenza, non hanno però ridotto il tasso di prescrizione generale di questi farmaci. Nonostante i tre avvisi dell’Agenzia regolatoria canadese sulle probabili reazioni avverse associate ai farmaci antipsicotici atipici nei pazienti anziani affetti da demenza, il loro tasso di prescrizione è comunque aumentato. Commento I risultati di questo studio sono stati commentati in un editoriale da L.Y. Katz che può essere riassunto nei seguenti punti chiave: 1) gli antipsicotici convenzionali e atipici sono impiegati estensivamente per il trattamento di disturbi comportamentali in pazienti anziani con demenza; 2) l’efficacia dei farmaci antipsicotici con questa indicazione non è stata dimostrata e il trattamento è stato associato ad un aumento della mortalità nella popolazione dei pazienti trattati; 3) i warning sui rischi potenziali diffusi dalle aziende farmaceutiche in accordo con le Agenzie regolatorie non hanno modificato significativamente i tassi di prescrizione degli antipsicotici atipici in pazienti anziani con demenza in Ontario; 4) i warning sanitari dovrebbero fornire informazioni complete sui rischi e sull’efficacia dei trattamenti identificati e su trattamenti alternativi; 5) sono necessari metodi specifici per misurare gli esiti dei warning regolatori e la loro capacità di conseguire gli obiettivi che si è cercato di raggiungere con la loro diffusione. Conflitto di interesse Uno degli autori ha dichiarato di aver ricevuto compensi come consulente da diverse aziende produttrici di farmaci antipsicotici. Dottor Gianluca Miglio Riferimenti bibliografici Valiyeva E et al. Effect of regulatory warnings on antipsychotic prescription rates among elderly patients with dementia: a population-based time-series analysis. Can Med Assoc J 2008; 179: 438-46. Katz LY. Concerns about health care warnings and their impact on prescribing behaviour. Can Med Assoc J 2008; 179: 405-6. Contributi gentilmente concessi dal Centro di Informazione sul Farmaco della Società Italiana di Farmacologia - http://www.sifweb.org/farmaci/info_farmaci.php/ |