La PET nella prevenzione della demenza
Categoria : neurologia
Data : 30 luglio 2002
Autore : admin
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La tecnica della Tomografia a Emissione di Positroni (PET) si sta affermando sempre più come utile tecnica utile per l'esplorazioni in vivo di funzioni biologiche disparate. Alcuni ricercatori americani hanno voluto esaminare il metabolismo di glucosio marcato con radioisotopo in corrispondenza delle diverse aree cerebrali in soggetti anziani affetti da disturbi psichici. Questo studio era finalizzato a evidenziare l'eventuale presenza di aree con scarso metabolismo del glucosio e la loro localizzazione, e valutare l'eventuale connessione con successivi stati di demenza o di alterazione psichica. Hanno esaminato quindi circa 300 soggetti affetti dai primi sintomi di demenza, divisi in due gruppi: il primo gruppo, costituito da circa 150 sessantenni con iniziale disturbo mentale, ha eseguito la PET con glucosio marcato e poi è stato seguito per tre anni con l'utilizzo di questionari atti a stabilire la loro situazione cognitiva. L'altro gruppo era invece costituito da un numero di soggetti con disturbi mentali iniziali che avevano fatto una PET cerebrale e di cui erano disponibili dati anagrafici, clinici e, in caso di morte, un referto autoptico sulle condizioni cerebrali. È stato riscontrato come le persone che avessero un metabolismo del glucosio nella norma avevano un basso rischio di aggravamento delle condizioni mentali nel triennio di osservazioni; quelli che invece presentavano un'alterazione del metabolismo cerebrale già all'epoca dell'effettuazione della PET, mostravano un'alta probabilità di progressivo aggravamento dei disturbi mentali fino a quadri conclamati di demenza. La PET sembrerebbe quindi utile a predire l'evoluzione delle forme iniziali di demenza in quanto ha dimostrato di possedere un altro grado di predittività sulla prognosi di queste forme. Alcuni problemi: il follow-up è durato tre anni, e questo periodo è stato giudicato da alcuni troppo breve per valutare l'evoluzione effettiva di una demenza grave; inoltre la PET non è stata ancora standardizzata nella quantificazione delle alterazioni metaboliche ed è un esame ad alto costo non adatto per lo screening su vasta scala.
(JAMA 2001;286:2120-2127)
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