Diuretici e betabloccanti non provocano cadute negli anzianiCategoria : ortopedia Data : 14 giugno 2010 Autore : admin Intestazione : Un’aumentata probabilità di caduta è associata con l’uso di sedativi ed ipnotici, di neurolettici ed antipsicotici, di antidepressivi, di benzodiazepine e di farmaci antinfiammatori non steroidei, scagionati invece i diuretici ed i betabloccanti. Testo : Introduzione Farmaci antipertensivi OR, 1.24 (95% CrI, 1.01-1.50) Gli OR aggiornati, aggiustati sono risultati: 0.99 (95% CrI, 0.78-1.25) per i diuretici La stratificazione degli studi ha avuto un piccolo effetto sui OR Bayesiani stimati, con solo piccole differenze nei ORs stratificati osservati attraverso le popolazioni (per betabloccanti e neurolettici e antipsicotici) e nel tipo di studio (per sedativi ed ipnotici, benzodiazepine e narcotici). Un’aumentata probabilità di caduta è stata stimata per l’uso di sedativi ed ipnotici, di neurolettici ed antipsicotici, di antidepressivi, di benzodiazepine e di farmaci antinfiammatori non steroidei negli studi ritenuti con “buon” accertamento sia dei farmaci sia delle cadute. CONCLUSIONI DEGLI AUTORI • L’uso dei diuretici era associato ad un aumentato rischio di caduta nelle metanalisi non aggiustate, ma non quando si è aggiustato per le covariate. • Per le altre classi di farmaci cardiovascolari, gli antipertensivi erano associati alle cadute, ma sebbene l’OR stimato per i betabloccanti fosse maggiore di 1, la probabilità che il loro uso aumentasse il rischio di caduta era del 55%. Con le nuove stime aggiornate, aggiustate Bayesianamente, non sembra esserci associazione tra cadute e betabloccanti. • La metanalisi di Leipzig aveva mostrato che i farmaci psicotropi erano associati ad aumentato rischio di caduta; le nuove OR stimate e l’analisi di sensibilità condotta sulle classi di sedativi e ipnotici, antidepressivi e benzodiazepine ha rivelato che il loro uso aumenta significativamente il rischio di caduta • Anche se neurolettici ed antipsicotici erano associati alle cadute nei risultati delle metanalisi non aggiustate, dopo l’aggiustamento per altri confondenti non vi è associazione statisticamente significativa con le cadute. • In contrasto con i risultati di Leipzig e coll., che suggerivano che nei pazienti ospedalizzati che usavano neurolettici e antipsicotici si riduceva il numero di cadute, non si è osservata questa associazione tra uso di neurolettici e antipsicotici e cadute in questo setting. PUNTI DI FORZA • L’uso della metanalisi Bayesiana, che ha consentito di incorporare informazioni derivanti da precedenti metanalisi con studi completati più recentemente per valutare i livelli di associazione tra classi di farmaci e cadute, nonché di fare affermazioni circa la probabilità che le ORs siano maggiori di 1 in casi in cui gli intervalli di confidenza 95% associati includano l’1. • Inoltre, la metodologia Bayesiana consente la varianza tra studi, in modo da differenziare gli studi di Leipzig e coll. dai nuovi studi, tenendo conto del fatto che sono stati sintetizzati differenti tipi di evidenza. • E ancora, la metodologia Bayesiana concede incertezze maggiori rispetto agli approcci più comuni, quando sia l’effetto complessivo di popolazione sia la precisione tra studi nelle metanalisi ad effetto random vengono stimate dai dati. BIAS • Relativamente pochi studi hanno incontrato il criterio di inclusione utilizzato, di valutare la caduta come un esito. • Il metodo di accertamento delle cadute e dei farmaci utilizzati in molti studi. Patrizia Iaccarino Fonte John C. Woolcott, MA; et al. : Meta-analysis of the Impact of 9 Medication Classes on Falls in Elderly Persons. ARCH INTERN MED/VOL 169 (NO. 21), NOV 23, 2009 Commento di Luca Puccetti Questo studio sostanzialmente conferma il dato che le cadute sono correlate all’utilizzo e spesso all’abuso di farmaci negli anziani, scagiona tuttavia i diuretici e betabloccanti. Tuttavia è molto difficile cambiare lo stato delle cose. Ci sono si fattori culturali che determinano una scarsa attenzione al problema della multiprescrizione di farmaci inj generale agli anziani, ma anche difficoltà oggettive difficilmente eliminabili nell’attuale organizzazione sociale e di vita e per la presenza di grave comorbidità, come confermato dall’articolo recensito da Renato Rossi http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=3749 di cui si consiglia di prendere visione. Riferimenti bilbiografici 1) Campbell A. J., Spears G.F., Borrie M.J. Examination by logistic regression modelling of the variables which increase the relative risk of elderly women falling compared to eldery men. J Clin Epidemiol 1990;43:1415-20. 2) Cooper J. W. Reducing falls among patients in nursing homes. JAMA 1997;278:1742. 3) Cummings S. R., Rubin S.M., Black D. The future of hip fractures in the United States. Numbers, costs, and potential effects of postmenopausal estrogen. Clinical Orthopaedics and Related Research 1990;252:163-6. 4) Leipzig R. M., Cumming R. G., Tinetti M. E. Drugs and falls in older people: a systematic review and meta-analysis: I. Psychotropic drugs. J Am Geriatr Soc 1999;47:30-39. 5) Rubinstein L. Z., Josephson K. R., Robbins A. Falls in the nursing home. Ann Int Med 1994;121:442-51. 6) Sattin R. W. Falls among older persons: A public health perspective. Annual Review of Public Health 1992;13:489-508. 7) Tinetti M. E., Speechley M., Ginter S. F. Risk factors for falls among elderly persons living in the community. N Eng J Med 1988;319(26):1701-7. 8) Tinetti M.E., Preventing falls in elderly persons. N.Eng J Med 2003; 348(1):42-9. 9) http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=4875 |