Discutibile l'utilità del Naltrexone nell'alcoolismo
Categoria : scienze_varie
Data : 01 maggio 2002
Autore : admin
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Com'è noto il trattamento farmacologico dell'alcoolismo ha sempre dato risultati ambigui, tant'è vero che la maggior parte degli aiuti a questi soggetti si basano sul supporto psicologico organizzato da associazioni e centri specifici. Recentemente la FDA ha approvato l'uso del naltrexone per la disassuefazione dall'alcool, ma gli studi sull'idea di questo farmaco sono ancora incompleti e discussi. Il naltrexone è un antogonista del recettore degli oppioidi e sembrava, da studi precedenti, che fosse capace anche negli etilisti di ridurre il consumo di alcool e aumentare la lunghezza dei periodi di sobrietà, nonchè di diminuire il rischio di ricadute. I risultati non sempre si sono dimostrati però duraturi nel tempo. È stato perciò effettuato, al fine di chiarire questi aspetti, uno studio su circa 600 pazienti randomizzati in tre gruppi con trattamento di naltrexone per tre mesi, naltrexone per 12 mesi, placebo per 12 mesi. L'età media dei soggetti studiati era intorno ai 49 anni, e veniva valutata la lunghezza del periodo precedente l'eventuale ricaduta nel bere, la percentuale di giorni in cui si è bevuto durante un anno, il numero di bicchieri bevuti al giorno durante un anno. I pazienti venivano seguiti inoltre, indistintamente, da un supporto psicologico che incitava all'astinenza, ed erano invitati a partecipare alle attività delle organizzazioni antialcoolismo. Le analisi dei risultati hanno dimostrato che, non esistevano differenze significative tra i pazienti trattati col farmaco e quelli trattati col solo placebo. L'unica differenza rilevante, in termini di aumento di astinenza e di sobrietà, è stato rilevato in coloro che avevano seguito con assiduità il programma di supporto psicologico, indipendentemente dal gruppo di trattamento a cui erano stati introdotti. Anche prolungando il trattamento non è stato osservato alcun miglioramento. Gli effetti indesiderati sono stati cefalea, nausea, sonnolenza e dolore alla schiena. Lo studio non è esente da critiche in quanto non tiene conto delle variabili sociali in cui si trova a vivere l'alcoolista e delle sue diverse situazioni famigliari e personali. I dati comunque porterebbero a concludere come l'uso del naltrexone nell'alcoolismo non sia da considerarsi soddisfacente.
Fonte. (N.E.J.M. 2001;345:1734-1739)
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