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PCA3: un nuovo marcatore per il cancro prostatico

Categoria : urologia
Data : 07 aprile 2013
Autore : admin

Intestazione :

Il dosaggio del PCA3 urinario potrebbe essere utile a risurre il numero di biospie prostatiche inutili nei casi di aumento persistente del PSA.



Testo :

Il dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico) permette la diagnosi molto precoce di cancro prostatico, quando il tumore è clinicamente silente.
Tuttavia il test possiede dei limiti sia perchè non tutti i casi di PSA elevato sono dovuti a neoplasia (l'aumento potrebbe essere legato a ipertrofia o flogosi della prostata) sia perchè non è in grado di discriminare le forme aggressive e quindi porta ad un certo numero di sovradiagnosi.

In ogni caso, di fronte ad una elevazione persistente del PSA è necessario escludere o confermare la presenza di neoplasia eseguendo una biopsia prostatica, esame non esente da rischi.

In una pillola precedente [1] si è visto che il PHI (Prostate Health Index) è in grado di ridurre il numero di biopsie prostatiche inutili.

Esiste però anche la possibilità di dosare nelle urine un nuovo marcatore, il PCA3 (Prostate Cancer Gene 3), che potrebbe individuare i casi di cancro prostatico e quindi ridurre il numero di biopsie inutili.
Questo nuovo marcatore è stato studiato in 1962 uomini che avevano un valore del PSA superiore a 2,5 ng/ml e/o una esplorazione digitale rettale sospetta. I partecipanti sono stati sottoposti a biospia prostatica e una diagnosi di cancro prostatico venne formulata in 802 casi [2].
Scegliendo un valore cutoff di 35 per il PCA3 urinario si è visto che si può ridurre il numero di falsi positivi del 77,1% (da 1089 a 249).
A fronte di questo risultato sta però il rovescio della medaglia, nel senso che i falsi negativi passano da 17 a 413 (con un aumento del 2300%).
Se si sceglie come valore cutoff 10 il numero dei falsi positvi si riduce del 35,4% mentre quello dei falsi negativi aumenta solo del 5,6%.

Che dire? Le potenzialità del test sono sicuramente interessanti perchè ogni esame in grado di ridurre il numero delle biopsie prostatiche inutili è il benvenuto.
Il vantaggio del PCA3 rispetto al PSA è che non dipende dal volume prostatico. In studi precedenti [3,4,5] questo marker ha dimostrato di avere una sensibilità maggiore del PSA a scapito di una specificità minore. In futuro si potrà meglio valuare quale potrebbe essere il suo ruolo, probabilmente affiancato al PSA o ad altri markers.

Rimane, però, sempre il problema della sovradiagnosi. In altri termini sarebbe auspicabile avere un test che riuscisse a distinguere le forme di cancro clinicamente a bassa evolutività, nelle quali, in soggetti selezionati, si potrebbe proporre una vigile attesa con una ragionevole sicurezza.



Renato Rossi



Bibliografia


1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=5406

2. Crawford ED et al. Diagnostic Performance of PCA3 to Detect Prostate Cancer in Men with Increased Prostate Specific Antigen: A Prospective Study of 1,962 Cases. J Urol 2012 Nov; 188:1726-1731

3. Ploussard, G. et al. The prostate cancer gene 3 (PCA3) urine test in men with previous negative biopsies: does free-to-total prostate-specific antigen ratio influence the performance of the PCA3 score in predicting positive biopsies? BJU Int 2010. 106:1143–1147.

4. Auprich, M. et al. External validation of urinary PCA3-based nomograms to individually predict prostate biopsy outcome. Eur Urol 2010. 58:727–732.

5. Roobol, M. J. et al. Performance of the prostate cancer antigen 3 (PCA3) gene and prostate-specific antigen in prescreened men: exploring the value of PCA3 for a first-line diagnostic test. Eur Urol 2010. 58:475–481.







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