Rischio di morte cardiaca con claritromicina e roxitromicinaCategoria : infettivologia Data : 26 ottobre 2014 Autore : admin Intestazione : Alcuni farmaci della classe dei macrolidi sono noti per interferire con la corrente ritardata del potassio, con conseguente accumulo degli ioni potassio nei miociti cardiaci e, quindi, ritardata depolarizzazione cardiaca. Evidente all’ECG come prolungamento dell’intervallo QT, questo meccanismo è ritenuto sottostare all’aumentato rischio di torsione di punta con i macrolidi. Sebbene numerosi case reports e reports spontanei supportino questo concetto, è ancora limitata l’evidenza dagli studi controllati per confermare e quantificare un potenziale auento degli eventi cardiaci gravi. Due studi di coorte dei beneficiari del Medicaid US hanno riscontrato un aumento del rischio di morte cardiaca improvvisa e di morte cardiovascolare con eritrocina ed azitromicina, rispettivamente. Entrambi gli studi hanno riportato un amento del rischio nel periodo dell’uso corrente di questi antibiotici, supportando, quindi, un meccanismo di tipo acuto. Mentre questi studi sono stati realizzati in coorti a basso rischio cardiovascolare basale, un recente studio di coorte basato su popolazione di giovani e di adulti di media età a basso rischio basale non ha riscontrato un significativo incremento del rischio di morte cardiovascolare con azitromicina. Il rischio cardiovascolare associato all’esposizione ai macrolidi tranne l’eritromicina e l’azitromicina è poco noto, fatta eccezione per un piccolo studio tedesco caso-controllo teso a valutare l’associazione tra morte cardiaca e claritromicina. Come l’eritromicina, la claritromicina è metabolizzata dal citocromo P450 3A, generando, pertanto, il potenziale per un’interazione farmacologica con altri farmaci che interferiscono con questo enzima. La roxitromicina, metabolizzata dallo stesso enzima, sembra essere meno suscettibile alla inibizione del citocromo P 450 3 A. Testo : Date queste premesse, per valutare il rischio di morte cardiaca associata all’uso di claritromicina e di roxitromicina, gli autori di questo studio osservazionale di coorte, svolto in Danimarca dal 1997 al 2011, hanno esaminato adulti di 40-74 anni di età, sottoposti a trattamento di una settimana con claritromicina (N. 160.297) o con roxitromicina (N. 588.988) o con penicillina V (N. 4.355.309). Misura di esito era il rischio di morte cardiaca associata a a claritromicina e roxitromicina, rispetto alla penicillina V. Sono state condotte analisi per sottogruppi secondo il sesso, l’età, lo score di rischio, e l’uso concomitante di farmaci che inibiscono l’enzima citocromo P450 3A, che metabolizza i macrolidi. |