Nessuna associazione tra autismo e vacciniCategoria : pediatria Data : 10 maggio 2015 Autore : admin Intestazione : Un ulteriore studio non evidenzia alcuna associazione rilevante tra vaccinazione per morbillo, parotite e rosolia ed aumentato rischio di autismo indipendentemente dal fatto che i bambini avessero o meno un fratello maggiore con disturbi autistici. Testo : Il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (measles-mumps-rubella, MMR) è ampiamente utilizzato da tempo in tutto il mondo. Nonostante ciò, vi è ancora molto interesse relativamente al fatto che il suo utilizzo possa rappresentare una potenziale causa di insorgenza di autismo. Negli Stati Uniti, le raccomandazioni circa l’utilizzo di tale vaccino prevedono una prima somministrazione tra i 12 e i 15 mesi e una seconda tra i 4 e i 6 anni d’età. Sebbene negli ultimi anni numerosi studi non abbiano identificato alcuna correlazione tra il vaccino MMR e i disturbi autistici (autism spectrum disorders, ASD), vi è ancora la convinzione che tale vaccinazione sia potenzialmente pericolosa. Tale preoccupazione, associata al fatto che bambini con fratelli maggiori affetti da autismo presentino un maggior rischio, su base genetica, di insorgenza di autismo in confronto alla popolazione generale, ha, peraltro, determinato un calo delle vaccinazioni che può rappresentare, a sua volta, una seria minaccia per la salute pubblica. Tale dato è stato confermato da un recente sondaggio, effettuato tra i genitori di bambini con ASD, secondo il quale il 20% circa aveva rifiutato o ritardato il vaccino MMR nei fratelli minori dei bambini affetti da ASD. In linea con i risultati derivanti da altri studi, tale studio non ha rilevato alcuna associazione tra vaccino trivalente MMR e aumento del rischio di disturbi autistici. Tale studio, inoltre, non ha rilevato alcuna correlazione tra vaccinazione ed autismo anche quando vengano impiegate 1 o 2 dosi di vaccino in bambini che hanno fratelli maggiori affetti da ASD. Sebbene non siano state identificate differenze statisticamente significative di RR che indicassero un aumento del rischio di autismo in qualsiasi fascia d’età ed in entrambi i gruppi di bambini sottoposti allo studio, le interazioni statisticamente significative, secondo il modello di Cox, suggeriscono differenze di RR sia per età che per bambini con fratelli maggiori autistici. Nonostante l’impiego di un database amministrativo sia stato potenzialmente libero da bias, i dati in esso contenuti presentano importanti limitazioni. Infatti, poiché la vaccinazione registrata in tale database è soggetta a pagamento, risultano sottostimate le diagnosi e le altre procedure che non richiedono alcun pagamento. Pertanto, i bambini che, ad esempio, in tale studio sono stati considerati come non vaccinati, potrebbero aver ricevuto una vaccinazione a scuola o presso cliniche pubbliche. I dati di tale studio dimostrano che la prevalenza di autismo nel campione di bambini analizzati è pari all’1,04%, paragonabile alla prevalenza di ASD nella popolazione statunitense che viene stimata all’1,5%. Inoltre, i risultati di tale studio potrebbero risentire notevolmente delle diversità etniche e socio-economiche della popolazione generale che usufruisce di minori accessi all’assistenza sanitaria come confermato dal fatto che, nello studio, l’età media per il riconoscimento di disturbi dello spettro autistico risulta inferiore rispetto a quanto avviene nella popolazione generale. In conclusione, tale studio non evidenzia alcuna associazione rilevante tra vaccinazione per morbillo, parotite e rosolia ed aumentato rischio di autismo indipendentemente dal fatto che i bambini avessero o meno un fratello maggiore con disturbi autistici. Come evidenziato nell’editoriale di accompagnamento, i risultati ottenuto dallo studio di Jain A. et al. tentano di rispondere ai più frequenti quesiti riguardanti questo allarmismo ed arrivano a concludere che non vi sono oggettivi segnali che suggeriscano una correlazione tra vaccino trivalente ed autismo nei bambini con o senza fratelli maggiori affetti da disturbi autistici. Pertanto, un adeguato intervento psicosociale, come un maggiore supporto e una migliore informazione ai genitori e alle famiglie di bambini affetti da autismo, si potrebbe tradurre in un miglioramento della condizione e del comportamento di tali bambini, e potrebbe rappresentare il punto di partenza per una terapia personalizzata anche in questo ambito. A cura della Dott.ssa Liberata Sportiello Referenze 1) Jain A, et al. Autism occurrence by MMR vaccine status among US children with older siblings with and without autism. JAMA. 2015;313(15):1534-40. 2) King BH. Promising forecast for autism spectrum disorders. JAMA. 2015 Apr 21;313(15):1518-9. Contributo gentilmente concesso da Società Italiana di Farmacologia - http://www.sifweb.org/ |