Uno studio osservazionale suggerisce che l'intervento di vasectomia non è associato ad un aumento del rischio di sviluppare un cancro prostatico.

La vasectomia è una pratica chirurgica minimamente invasiva che, però, almeno in Italia, è poco praticata.

L'intervento potrebbe, almeno in linea teorica, favorire il cancro prostatico?

Sono stati ipotizzati almeno due meccanismi. Il primo è legato ad un aumento della produzione di androgeni secondaria alla vasectomia, il secondo chaima in causa una alterata funzione secretoria prostatica.

Tuttavia se l'intervento di vasectomia sia o meno associato ad un aumentato rischio di cancro prostatico non è chiaro in quanto gli studi hanno fornito risultati contrastanti.

Partendo da queste considerazioni alcuni autori hanno efettuato uno studio osservazionale di coorte in cui sono stati arruolati oltre 326.000 uomini di età compresa tra 20 e 65 anni che si erano sottoposti ad intervento di vasectomia. Questi soggetti sono stati paragonati con altrettanti soggetti che non avevano avuto questo tipo di intervento e paragonabili per età, comorbilità e provenienza geografica.

Il follow up medio è stato di quasi 11 anni.

Si è visto che l'intervento di vasectomia non risultava associato ad un aumento del rischio di cancro prostatico. Non è stata evidenziata neppure un'associazione tra vasectomia e sviluppo di cancro postatico di alto grado o di cancro prostatico in stadio avanzato.
Anche la mortalità totale non differiva tra i due gruppi.

Che dire?

Si tratta di uno studio osservazionale e non di un trial clinico randomizzato e controllato (RCT), tuttavia i risultati sono tranquillizzanti per i soggetti che decidessero di adottare la vasectomia come pratica anticoncezionale.
D'altra parte va considerato che è molto difficile che si arrivi a disegnare un RCT per cui questa, ad oggi, appare la miglior evidenza disponibile.



Renato Rossi


Bibliografia

Nayan M et al. Vasectomy and risk of prostate cancer: population based matched cohort study
BMJ 2016;355:i5546