Dirottare i pazienti allo studio privato e' concussione
Categoria : medicina_legale
Data : 09 aprile 2017
Autore : admin
Intestazione :
Arresti domiciliari confermati dalla Cassazione per un medico di una struttura pubblica che, speculando sulle lunghe tempistiche presso il proprio Ospedale spingeva all'aborto privato illegale presso il suo studio privato.( Cass. n. 1082/2017).
Testo :
Per chiarire le idee, va ricordato che la concussione (art. 317 del C.P.) e' quel reato commesso dal pubblico ufficiale che, abusando della sua qualitą o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro od altra utilita'.
Nel caso in oggetto venivano incriminati diversi medici agenti coordinatamente tra loro per trasferire le donne allo studio privato per l' effettuazione dell' aborto. A nulla sono valse le agomentazioni difensive (di non aver ricevuto denaro o altre concrete utilita') in quanto smentite dalla Corte che rilevava " linguaggio criptico nei colloqui telefonici, segnatamente con riferimento alla quota del suo compenso..."
Non era neppure contestabile la qualitą pubblicistica del medico, dato che aveva operato strumentalizzando la sua funzione apicale rispetto all'ambulatorio ospedaliero, senza che a nulla rilevi in senso contrario il fatto che l'aborto veniva poi praticato quale professionista privato.
A proposito dell' altro aspetto (quello della costrizione verso le vittime) il sanitario metteva le gestanti "con le spalle al muro" proponendo come unica alternativa all'aborto illegale il "disvelamento dello stato di gravidanza con conseguente compromissione del rapporto con il partner, di reazioni da parte dei parenti e/o di impossibilitą di abortire nel termine legale di 90 giorni".
Per questi motivi la Corte respingeva il ricorso e confermava le misure cautelari.
Daniele Zamperini
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