Si sa che il consumo di cereali integrali riduce il rischio di vari tipi di neoplasie, mentre è meno chiara l’influenza potenziale di una dita ricca di amidi e cereali raffinati.
Gli autori hanno studiato la relazione tra la frequenza di consumo di cereali raffinati (pane, pasta o riso) e il rischio di particolari neoplasie. Sono stati integrati i risultati di diversi studi caso-controllo effettuati nell’Italia del Nord tra il 1983 e il 1993. I soggetti coinvolti avevano vari tipi di cancro, confermati istologicamente, così suddivisi: 343 con carcinoma del cavo orale e della faringe, 94 con carcinoma dell’esofago, 146 con carcinoma della laringe, 745 con carcinoma dello stomaco, 955 con carcinoma del colon, 625 con carcinoma del retto, e 428 con carcinoma della tiroide. Come controlli furono scelti 3526 pazienti ricoverati negli stessi ospedali per patologie acute non neoplastiche non collegate a modificazioni dell’alimentazione a lungo termine. I valori di Odd Ratio (OR) per terzili consecutivi di consumo di cereali raffinati furono calcolati dopo aggiustamento per variabili sociodemografiche, scolarità, fumo, consumo di alcool, indice di massa corporea e consumo di frutta, vegetali, e cibi integrali.
Risultati. Gli ORs per il terzile più alto di consumo di cereali raffinati furono: 1.6 per carcinoma del cavo orale, faringe, esofago o laringe; 1.5 per carcinoma dello stomaco; 1.5 per carcinoma del colon; 1.3 per carcinoma del retto; e 2.0 per carcinoma della tiroide. La tendenza del rischio fu significativa per tutte le neoplasie prese in considerazione.
Conclusioni. Il consumo di cereali raffinati è associato con una aumento del rischio di neoplasie dell’intestino crasso, dello stomaco, e altre sedi digestive e non digestive.
The American Journal of Clinical Nutrition, Dicembre 1999