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Il metodo abduttivo

Categoria : scienze_varie
Data : 19 novembre 2023
Autore : admin

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Testo :


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Buona lettura

Renato Rossi


Oltre al metodo deduttivo e induttivo ( di cui abbiamo scritto in due pillole precedenti) è stato descritto anche il metodo abduttivo. Secondo l’enciclopedia Treccani quello che caratterizza l’abduzione è il fatto che la premessa maggiore è certa, quella minore è solo probabile, quindi anche la conclusione può essere solo probabile.
Secondo il filosofo statunitense Peirce, invece, vi sarebbe nell’abduzione una componente intuitiva, una specie di atto di fantasia: di fronte a determinati fatti osservati si avanza una certa ipotesi tra le molte disponibili, senza che vi sia una spiegazione logica per la quale si è scelta propria quella. In quest’accezione il metodo abduttivo potrebbe, in un certo qual senso, corrispondere a quello che comunemente viene detto “occhio clinico”.
Un esempio di abduzione nell’accezione data dalla Treccani è il seguente:
 questo paziente presenta un PSA di 8 ng/ml;
 nel cancro prostatico il PSA è > 4 ng/ml;
 pertanto questo paziente è affetto da un tumore della ghiandola prostatica.

Si osservi che la premessa maggiore è vera perché l’abbiamo constatata direttamente (ammettendo che il laboratorio non abbia commesso un errore), ma la premessa minore è solo probabile in quanto sono stati descritti dei casi in cui il PSA era < 4 ng/ml eppure si era in presenza di un cancro prostatico. D’altra parte sono anche riportati casi di PSA > 4 ng/ml senza che vi sia una neoplasia.
Ne consegue che la conclusione è possibile ma non certa. Essa andrà confermata o esclusa con ulteriori accertamenti: si potrà per esempio ricorrere alla risonanza magnetica multiparametrica e/o alla biopsia prostatica che, anche se non completamente esenti da errori, consentono una diagnosi su cui possiamo fare più affidamento.
Come si vede anche il ragionamento basato sull’abduzione può condurre a errori se non viene correttamente interpretato.



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stampato il 23/11/2024 alle ore 21:41:33