Le medicine complementari ed il cancro
Data : 20 dicembre 2005
Autore : admin
Pagina: 1 - Le ricerche in America
Al covegno erano presenti Mark Clanton, vicedirettore del NCI, di Edward L. Trimble, Primario Divisione Trattamento e Diagnosi in Oncologia (NCI), Chris Thomsen, Direttore delle Comunicazioni NCCAM e Mary Anne Bright, Co-direttore del CIS costituisce un’irripetibile opportunità per approfondire la conoscenza sull’ormai pluriennale impegno di studi, ricerche, informazioni e sperimentazioni cliniche dedicato anche allo studio delle medicine complementari ed alternative (CAM) per il trattamento dei malati di cancro. Nel 2004 il National Cancer Institute ha avviato per le CAM 400 progetti con lo stanziamento di oltre 120 milioni di dollari. I principali settori di studio delle CAM riguardano: metodi mente-corpo (ipnosi abilità immaginativa, rilassamento); terapie nutrizionali (modificazione della dieta, alimenti speciali, sostanze nutritive); metodi basati su approcci farmacologici/biologici (prodotti naturali complessi, animali marini) e spiritualità. Sono in corso, tra gli altri, i seguenti progetti di ricerca: il tè verde nella chemioprofilassi del tumore della prostata; meccanismi antitumorali/effetti terapeutici della vitamina D; lo zenzero per il trattamento della nausea indotta da chemioterapia in pazienti oncologici. Considerando che le CAM sono un fenomeno internazionale, NCI ha ritenuto necessario ampliare le collaborazioni con altri Paesi, tra i quali Canada, Cina ed India, per coordinare l’attività di ricerca a livello mondiale e condividerne i risultati e le esperienze cliniche. Nel convegno i relatori americani riporteranno anche i risultati degli studi e delle ricerche in corso su: la soglia per la prevenzione dei tumori alla mammella, l’artemisina per la prevenzione dei tumori della cervice uterina, la terapia energetica dei tumori alla prostata, i massaggi per i malati in fase terminale, il vischio in associazione alla chemioterapie per i tumori solidi, l’ipnosi per controllare le vampate nelle pazienti affette da tumore alla mammella, gli effetti dell’agopuntura sui sintomi del carcinoma colo rettale avanzato, nonché sulle terapie antitumorali potenzialmente alterate dall’azione degli antiossidanti.
Pagina: 2 - la speranza è la molla
Il 36% dei pazienti oncologici in Europa si sottopone a trattamenti complementari alla medicina convenzionale. Primi fra tutti gli italiani, seguiti dai cechi e dagli svizzeri. Tra tutte le 58 terapie prese in esame, le più diffuse sono quelle a base di erbe, insieme a quelle omeopatiche, ai trattamenti a base di vitamine e minerali e ai tè medicinali, seguite da terapie spirituali e tecniche di rilassamento. In genere, chi fa uso di una qualche Complementary and Alternative Medicine (CAM) è una donna giovane, con un buon livello di educazione, indotta a seguire un trattamento complementare da un amico o da un qualche famigliare o spinta dall’informazione mediatica. Questo il profilo di chi usa la CAM secondo la rivista inglese “Annals of oncology” descritto, per la prima volta in Europa, nel corso di una ricerca tra le più ampie mai realizzate in questo settore, che ha coinvolto 14 Paesi per un totale di 956 pazienti. “Ciò che rende così popolari i trattamenti complementari alla medicina convenzionale nella cura dei tumori, terapie per le quali, lo ricordiamo, non esistono evidenze scientifiche di efficacia, trova spiegazione nel concetto di ‘speranza – afferma Alex Molassiotis, ricercatore presso l’Università di Manchester e principale autore dello studio in questione - Oltre i due terzi di chi ne fa uso, infatti, è spinto dal desiderio di poter sconfiggere il cancro che lo affligge, anche se i benefici riscontrati sono, da questo punto di vista, molto scarsi rispetto alle aspettative. Non così per quel che concerne il benessere psico-fisico. Il vero ruolo, dunque, che i trattamenti complementari alla medicina tradizionale possono giocare non è quello di curare, bensì quello di migliorare la qualità della vita del paziente e di ottenere così una migliore gestione dei sintomi, soprattutto nei malati terminali. L’agopuntura, ad esempio, riesce veramente a limitare la nausea e il vomito associati alla chemioterapia, come pure l’auto ipnosi, i massaggi e di nuovo l’agopuntura sono efficaci nel dar sollievo dal dolore. E’ senza dubbio problematico, tuttavia, che la fonte di informazione di gran lunga più importante sia il passaparola di amici e parenti, poiché ciò che è efficace per un paziente non è affatto detto che lo sia per un altro, persino in presenza dei medesimi sintomi”.
Pagina: 3 - le più gettonate
La ricerca ha rivelato che l’uso di questi trattamenti varia da un minimo del 14.8% in Grecia ad un massimo del 73.1% in Italia, per una media del 35.9%. Per quanto riguarda la durata dei trattamenti, è stata calcolata una media di poco più di due anni (27 mesi), che oscilla da un minimo di un mese ad un massimo, come è si è verificato in qualche caso, di 18 anni. Inoltre, è stato osservato come il loro utilizzo cresca di almeno il 30% dal momento della diagnosi di cancro rispetto al periodo precedente alla diagnosi, per poi stabilizzarsi su un incremento dell’8%. In base a quanto emerso dall’indagine 38 differenti terapie venivano praticate prima della diagnosi, 46 a diagnosi avvenuta, 39 al momento dell’indagine. Inoltre, il più delle volte, i pazienti si sottopongono a più di un trattamento complementare contemporaneamente. Per quanto riguarda, infine, la frequenza con cui vi si ricorre, gli epidemiologi hanno registrato un 34.2% di pazienti che ne fa uso meno di una volta al mese, un 24.3% una volta a settimana, un 22.5% una volta ogni mese. Il tasso più elevato d’uso dei trattamenti complementari è stato riscontrato in quattro categorie di tumore: pancreas, fegato, midollo spinale e cervello (tutte neoplasie caratterizzate da una scarsa prognosi, da un rapido declino fisico e che spesso presentano metastasi), seguiti dal cancro al seno, allo stomaco, ai genitali. Il tasso più basso è stato invece registrato nei pazienti affetti da tumore al polmone, alla testa e al collo. Quanto ai costi di questi trattamenti, i ricercatori hanno calcolato una media di 123 euro al mese, passando da una spesa quasi nulla (nel caso in cui le erbe siano coltivate nel proprio giardino o raccolte in montagne o date da amici) ad un massimo di 4.140 euro mensili. Nel complesso i pazienti tendono a sentirsi soddisfatti dei trattamenti complementari e a percepire come efficace una particolare terapia, tanto da far registrare un punteggio di soddisfacimento pari a 5.27 (in una scala dove il massimo grado è 7) e una percezione di efficacia pari, utilizzando la medesima scala, a 5.04.
Le più “scelte” Al primo posto, tra i trattamenti e i rimedi utilizzati, vi sono le erbe (usate in 13 dei 14 Paesi che hanno preso parte all’indagine e al primo posto ben in 9 Paesi): tè verde, essiac (un cocktail di radice di bardana, olmo, acetosella e rabarbaro indiano), erbe cinesi, tavolette di salvia, Echinacea, vitamina E e vitamina C, camomilla, selenio, timo secco, bevande a base di soia, tè all’ortica e alla papaya, ginseng, gingko biloba, latte di cardi, erba angelica e così via. Molte di queste erbe, poi, sono specifiche di ciascun Paese a seconda della tradizione e dell’informazione etnofarmacologica, come pure della disponibilità (ad esempio il mistletoe in Svizzera, le foglie di olivo in Grecia, quelle di ortica in Turchia e l’aloe vera in Serbia e Spagna, come l’ovosan nella Repubblica Ceca). Il loro utilizzo cresce quasi del triplo dopo la diagnosi, passando da una percentuale del 5.3% prima della diagnosi ad una del 14% dopo. Israele, Danimarca, Italia, Spagna, Grecia e Islanda hanno mostrato di ricorrere molto alla pratica di terapie di tipo spirituale che interpretano cioè la preghiera alla stregua di una “cura”.
Pagina: 4 - motivi per il ricorso
Di fronte alla gamma eterogenea delle CAM, il National Center for Complementary and Alternative Medicine degli Stati Uniti le ha classificato in 5 categorie: sistemi medicali complementarii, quali la medicina cinese o l’Ayurveda; interventi che coinvolgono sia la mente che il corpo, come la meditazione, la preghiera, i gruppi di supporto; le terapie ‘biologiche’, basate cioè sulle erbe, sulle vitamine o i supplementi dietetici; i metodi basati sulla manipolazione del corpo, quali i massaggi, la chiropatia e l’osteopatia; le terapie ‘energetiche’, basate sull’energia emanata da campi magnetici come il Qi Gong e il Reiki. I motivi per cui si ricorre ai trattamenti complementari La maggior parte dei pazienti (50.7%) ricorre ad una terapia complementare per accrescere l’abilità del proprio corpo a combattere la malattia, ma solo il 22.4% di questi pazienti vi riscontra un beneficio di questo tipo. In secondo luogo, si approda a una qualche forma di CAM (40.6%) per migliorare il proprio benessere fisico o emotivo (35.2%). In quest’ultimo caso, il 42.5% del campione ha trovato beneficio e appena 31 pazienti (3.2%) non ne hanno trovato alcuno. Analizzando, invece, quella parte del campione che non fa uso di CAM, i ricercatori hanno potuto constatare che la maggioranza (43.4%) ha dichiarato di essere pienamente soddisfatta delle terapie convenzionali ricevute; il 34.7% ha affermato di non aver mai pensato ad una qualche CAM e il 15% di non credere a benefici di queste terapie. Altre ragioni includono la mancanza di appoggio e di incoraggiamento da parte della famiglia (2.2%), la carenza di informazioni sull’argomento (2%) e l’impossibilità di pagare questi trattamenti(1.7%). Le fonti di informazioni In genere, chi fa uso di CAM ha saputo dell’esistenza di questi trattamenti dagli amici: così è nel 56.5% dei casi. Il 29% delle volte sono i famigliari che hanno parlato ai pazienti delle CAM, mentre nel 28.4% dei casi lo si è appreso dai media. Il ruolo del medico di famiglia come fonte di informazione è invece abbastanza marginale (18.6%), ancora più irrilevante quello dei professionisti di CAM (13%), di Internet (9%), degli operatori sanitari (3%) e dei gruppi religiosi (2.4%). Solo l’1.8% dei pazienti ne era venuto a conoscenza per proprio conto e l’1.5% lo ha appreso da altri pazienti che facevano già uso di CAM.
Effetti collaterali Mal di stomaco, nausea e disturbi gastrici, mal di testa, emicrania e diarrea. Il 4.4% dei pazienti ha riportato effetti collaterali di questo tipo, per lo più transitori e relativi all’ingestione di erbe o minerali.
Fonte Ufficio Stampa ISS
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