Brexpiprazolo nell'agitazione dell'Alzheimer
Categoria : neurologia
Data : 26 aprile 2024
Autore : admin
Intestazione :
In uno studio randomizzato e controllato il brexpiprazolo ha dimostrato di ridurre l’agitazione nei pazienti con Alzheimer.
Testo :
Nei pazienti con Alzheimer è frequente la comparsa di stati di agitazione che è difficile controllare. Spesso vengono usati degli antipsicotici. Al fine di valutare l’efficacia e la tollerabilità del brexpiprazolo, un farmaco appartenente a questa categoria, è stato effettuato uno studio randomizzato [1], controllato e in doppio cieco in 345 pazienti affetti da demenza di Alzheimer e agitazione (età media 74 anni). Dopo randomizzazione i partecipanti sono stati trattati con brexpiprazolo (2 mg oppure 3 mg al giorno) o placebo. Lo studio ha avuto una durata di 12 settimane. L’endpoint primario era la valutazione della gravità dell’agitazione determinata tramite uno score specifico (Cohen-Mansfield Agitation Inventory total score). Hanno completato lo studio l’86,8% dei pazienti nel gruppo di trattamento e nell’88,9% nel gruppo placebo. Lo studio ha evidenziato che il farmaco determinava un miglioramento significativo dell’agitazione rispetto al placebo. Il punteggio medio determinato con lo score all’inizio dello studio era di 80,6 nel gruppo brexpiprazolo e di 79,4 nel gruppo placebo. Al termine dello studio questo punteggio si era ridotto di 22,6 punti nel gruppo trattamento e di 17,3 punti nel gruppo controllo. Hanno smesso la terapia a causa di effetti collaterali il 5,3% dei pazienti del gruppo brexpiprazolo e il 4,3% del gruppo trattamento. Gli autori concludono che nei pazienti con demenza di Alzheimer e agitazione il brexpiprazolo (2 o 3 mg/die) comporta un miglioramento significativo del sintomo ed è ben tollerato. Una revisione sistematica [2] qualche anno fa aveva valutato l’efficacia degli antipsicotici tipici e atipici nei pazienti con demenza e agitazione ed era arrivata alla conclusione che, in effetti, questi farmaci possono avere una qualche efficacia, ma si deve tener conto che agitazione e sintomi psicotici tendono spesso a ridursi nel tempo e, se di decide di usare dei farmaci, si devono considerare anche gli eventuali effetti collaterali. In uno studio osservazionale [3] su oltre 173.000 adulti affetti da demenza si è visto che vi era un'associazione tra uso di antipsicotici e vari effetti avversi (tra cui ictus, tromboembolia venosa, infarto, scompenso cardiaco, polmonite e danno renale acuto). Ovviamente trattandosi di uno studio osservazionale non si può stabilire se questa associazione sia davvero di tipo causale: per esempio si può pensare che i soggetti in cui venivano usati gli antipsicotici si trovassero in una condizione clinica più grave che favoriva determinati esiti avversi. Spesso gli antipsicotici nel paziente con demenza sono una scelta obbligata, tuttavia, come avvertono gli autori [3], sarà sempre necessario valutarne attentamente i benefici e i rischi potenziali.
Renato Rossi
Bibliografia
1. Lee D et al. Brexpiprazole for the Treatment of Agitation in Alzheimer Dementia: A Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol. 2023 Dec 1;80(12):1307-1316. doi: 10.1001/jamaneurol.2023.3810. PMID: 37930669; PMCID: PMC10628834.
2. Mühlbauer V, Möhler R, Dichter MN, Zuidema SU, Köpke S, Luijendijk HJ. Antipsychotics for agitation and psychosis in people with Alzheimer's disease and vascular dementia. Cochrane Database Syst Rev. 2021 Dec 17;12(12):CD013304. doi: 10.1002/14651858.CD013304.pub2. PMID: 34918337; PMCID: PMC8678509.
3. Mok PLH et al. Multiple adverse outcomes associated with antipsychotic use in people with dementia: population based matched cohort study. BMJ. 2024 Apr 17;385:e076268. doi: 10.1136/bmj-2023-076268. PMID: 38631737; PMCID: PMC11022137.
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