Quando usare gli anticoagulanti orali ad azione diretta (DOAC)
Categoria : cardiovascolare
Data : 05 dicembre 2024
Autore : admin
Intestazione :
Quando i DOAC sono indicati e quando non lo sono.
Testo :
Gli anticoagulanti orali ad azione diretta (DOAC = Direct Oral AntiCoagulants) hanno ampiamente soppiantato il warfarin e in generale gli antivitamana K sia per la loro maggiore maneggevolezza sia per il minor rischio emorragico. Tuttavia vi sono delle indicazioni cliniche per le quali i DOAC non sono indicati. Viene quindi utile una revisione recentemente pubblicata che ha fatto chiarezza sul loro uso.
Le indicazioni cliniche per le quali i DOAC sono generalmente preferiti sono le seguenti: a) fibrillazione atriale (ad esclusione dei casi di stenosi mitralica moderata/severa e di valvole cardiache meccaniche); b) tromboembolismo venoso (va fatta un'eccezione per la sindrome da anticorpi antifosfolipidi).
Vi sono invece delle condizioni patologiche nelle quali il farmaco di scelta è il warfarin: a) fibrillazione atriale in soggetto con valvulopatia reumatica (per esempio: stenosi mitralica moderata/severa); b) pazienti portatori di valvole cardiache meccaniche; c) trombosi da anticorpi antifosfolipidi.
In altri casi la terapia di scelta è l'antiaggregante piastrinico: a) ictus embolico di origine sconosciuta; b) sostituzione della valvola aortica trans-catetere.
Vi sono infine delle situazioni nelle quali l'uso dei DOAC è ancora oggetto di discussione come per esempio la TVP associata a catetere, la trombosi venosa cerebrale, la presenza di trombo nel ventricolo sinistro, la fibrillazione atriale o la TVP in pazienti con nefropatia terminale.
Un utile algoritmo sintetizza tutto questo. Quando si deve prendere in considerazione una terapia anticoagulante: 1) evitare i DOAC in queste situzioni: FA reumatica, valvola cardiaca meccanica, sindrome da anticorpi antifosfolipidi, gravidanza e allattamento; 2) in presenza di nefropatia terminale considerare che in questi pazienti sono stati portati a termine pochi trials di piccole dimensioni i cui risultati sono contrastanti, quindi estrema cautela nell'usare i DOAC; 3) nel caso di trombosi venosa cerebrale, TVP associata a catetere, trombosi della vena splacnica, trombosi in ventricolo sinistro, cardiopatie congenite nell'adulto considerare che le evidenze a favore dei DOAC sono incerte per cui la decisione va presa in accordo con il paziente debitamente informato.
Che dire? Va dato atto agli autori di avere bene riassunto i numerosi dati presenti in letteratura: si tratta senza alcun dubbio di una revisione molto utile e che ogni medico dovrebbe tenere sulla propria scrivania in quanto lo guida alla scelta del farmaco indicato in caso sia necessaria l'anticoagulazione.
Renato Rossi
Bibliografia
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