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IL RUOLO FONDAMENTALE DELLO PSICOLOGO SCOLASTICO

Categoria : psichiatria_psicologia
Data : 20 maggio 2025
Autore : admin

Intestazione :

La scuola, un luogo vissuto per gran parte della giovinezza, può essere riconosciuta non solo
come contesto di apprendimento accademico, ma anche come una realtà fondamentale per lo
sviluppo psicologico, emotivo e sociale degli studenti.



Testo :

Il benessere psicologico degli alunni è
strettamente correlato al loro rendimento scolastico, alla qualità delle relazioni con i pari e con
gli insegnanti, nonché alla loro capacità di affrontare le sfide della crescita. In questo scenario,
la figura dello psicologo scolastico potrebbe emergere come un elemento chiave per la
promozione della salute mentale e per la prevenzione del disagio giovanile. L’importanza del
ruolo ricoperto dallo psicologo scolastico è stata rafforzata a seguito dell’emergenza sanitaria da
COVID-19, che ha evidenziato il crescente bisogno di supporto psicologico tra bambini e
adolescenti. La scuola, in quanto ambiente di crescita e socializzazione, si configura come il
luogo ideale per l’attuazione di strategie di prevenzione e di intervento precoce, volte a favorire
il benessere psicologico degli studenti e a supportare docenti e famiglie nel loro compito
educativo.

Lo psicologo scolastico è una figura professionale specializzata nel supporto psicologico
all’interno del contesto educativo. Il suo ruolo principale è promuovere il benessere degli
studenti, prevenire il disagio psicologico e favorire un ambiente scolastico inclusivo e positivo.
L’intervento dello psicologo non si limita al lavoro individuale con gli studenti, ma si estende
anche agli insegnanti e alle famiglie, contribuendo alla costruzione di un sistema scolastico
capace di rispondere ai bisogni psicologici di tutti gli utenti.

Numerose ricerche hanno evidenziato l'importanza e l'efficacia della presenza dello psicologo
all'interno delle istituzioni scolastiche. Uno studio condotto dal Consiglio Nazionale dell'Ordine
degli Psicologi (CNOP) del 2008 ha sottolineato come l'integrazione di servizi di psicologia
scolastica contribuisca significativamente al miglioramento del sistema educativo, offrendo
supporto sia agli studenti che al personale docente. In particolare, la presenza dello psicologo
scolastico è stata associata a:
1) Miglioramento del benessere psicologico degli studenti:
Interventi mirati hanno dimostrato di ridurre i livelli di ansia, stress e altri disagi psicologici tra gli
alunni, favorendo un ambiente di apprendimento più sereno e produttivo.
2) Prevenzione e
gestione del bullismo: Programmi di prevenzione, sviluppati e implementati dagli psicologi
scolastici, hanno mostrato una diminuzione significativa degli episodi di bullismo e
cyberbullismo, promuovendo relazioni più sane tra gli studenti.
3) Supporto agli insegnanti: Gli
psicologi scolastici offrono consulenza e formazione al personale docente, migliorando le
competenze nella gestione delle dinamiche di classe e nell'approccio a studenti con bisogni
educativi speciali.
4) Coinvolgimento delle famiglie: Attraverso attività di consulenza e
mediazione, gli psicologi facilitano una comunicazione più efficace tra scuola e famiglia,
creando una rete di supporto integrata per lo studente.

Inoltre, un'indagine esplorativa condotta presso l'Università degli Studi di Padova nel 2022, ha
evidenziato che l'operato dello psicologo scolastico è percepito come utile ed efficace,
soprattutto nella promozione del benessere e nel supporto alle dinamiche relazionali all'interno
della scuola.

Le difficoltà insite nel ruolo dello psicologo scolastico nascono, in primis, dall’assenza di una
vera e propria regolamentazione legate della professione. Difatti, possiamo dire che quando si
tratta di studenti minorenni, è fondamentale ottenere il consenso informato da parte dei genitori
o di chi esercita la responsabilità genitoriale prima di intraprendere qualsiasi attività di supporto
psicologico. Questo principio è sancito dall'articolo 31 del Codice Deontologico degli Psicologi
Italiani, che sottolinea l'importanza del consenso per tutte le prestazioni professionali rivolte ai
minori. Inoltre, una sentenza della Corte di Cassazione (n. 40291/17) ha evidenziato la
necessità del consenso dei genitori per attività di osservazione psicologica in classe, stabilendo
che il mancato consenso equivale a dissenso.

La selezione dello psicologo scolastico è disciplinata dall'autonomia scolastica, che consente
agli istituti di stabilire i criteri per l'individuazione del professionista più idoneo. Tuttavia, esistono
linee guida e protocolli d'intesa che orientano queste scelte. Ad esempio, il Protocollo
CNOP/MIUR prevede che lo psicologo scolastico debba possedere almeno uno dei seguenti
requisiti:
- Iscrizione all'albo da almeno 3 anni.
- Un anno di esperienza lavorativa in ambito scolastico.
- Formazione specifica acquisita presso istituzioni formative accreditate, di durata non
inferiore a un anno o 500 ore.
Si precisa che per ogni istituto scolastico può essere richiesta la presenza di solo uno psicologo
scolastico consegnandogli la gestione, in molti casi, di centinaia di ragazzi con tempo da
dedicare limitato e ulteriori vincoli in mancanza di espressa approvazione dei genitori.
Portando la nostra attenzione sul punto focale della gestione pratica della professione dello
psicologo scolastico nonché le possibilità di intercettare condizioni di sofferenza nei giovani con
i quali si potrebbe rapportare, possiamo evidenziare diverse criticità quali: vergogna,
pregiudizio, vuoto, solitudine, attacchi di panico, disturbi alimentari, bullismo, etc.

Possiamo avere un quadro più preciso grazie alla VI rilevazione 2022 del Sistema di
Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati
alla salute dei ragazzi in età scolare), coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità insieme alle
Università di Torino, Padova e Siena, con il supporto del Ministero della Salute, la
collaborazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito e tutte le Regioni e Aziende Sanitarie
Locali. Da tale studio si evince la diffusa presenza di disturbi psicologici come il disturbo
alimentare che colpisce il 18,2% dei ragazzi di 11, 13 e 15 anni che sono in sovrappeso e il
4,4% sono obesi. A ciò si aggiunge il pericolo della sedentarietà in quanto meno di un
adolescente su 10 svolge almeno 60 minuti al giorno di attività motoria moderata-intensa e
questa abitudine diminuisce all’aumentare dell’età. Di particolare importanza sono le
dipendenze come l’uso di Fumo, alcol, cannabis e gioco d’azzardo. L’11% dei 15enni (16% nel
2017/2018) e il 10% delle coetanee femmine dichiara di aver fatto uso di cannabis nel corso
degli ultimi 30 giorni. Per quanto riguarda il fenomeno di abuso di sostanze alcoliche si
evidenzia un aumento rispetto al passato, la quota raggiunge il 21% fra le femmine e scende al
16% tra i maschi. Infine per il gioco d’azzardo si conferma un fenomeno prevalentemente
maschile. La quota di quindicenni che ha dichiarato di aver scommesso o giocato del denaro
almeno una volta nella vita è pari al 47,2% dei ragazzi rispetto al 21,5% delle ragazze.

I dati citati evidenziano solo alcuni aspetti che richiedono particolare attenzione. In seguito al
confronto con l’esperienza diretta di alcuni docenti, possiamo evincere che l’abuso di sostanze
degli studenti diventa un meccanismo di automedicazione (self medication) con lo scopo di
ridurre l’ansia e/o le oscillazioni emotive. Mentre, il gioco d'azzardo tra i giovani può manifestarsi
come una tendenza influenzata dal desiderio di accettazione sociale all'interno del gruppo dei
pari e dalla ricerca di emozioni intense, sebbene in forme potenzialmente distorte. L'attuazione
reiterata e consolidata di simili comportamenti denota la mancanza di sani valori morali oltre alla
presenza di un vuoto identitario dilagante nella fascia adolescenziale che inconsciamente si
tenta di riempire con attività disfunzionali. Ritroviamo quanto appena descritto anche nei casi di
disturbo alimentare.

Riportiamo di seguito alcune testimonianze.

Testimonianza di un professore:
“Come insegnante, mi sono trovato a lavorare con Marco, un ragazzo che ha sviluppato
alopecia fin da giovane. Ricordo il momento in cui, per la prima volta, ho notato che portava
sempre un cappello in classe, evitando di mostrare la testa rasata. Inizialmente, pensai che
fosse una malattia ben più grave, ma ben presto capii che era legato alla sua condizione di
alopecia e al desiderio di nascondere qualcosa che percepiva come una deformità. Marco era
un ragazzo brillante, ma la sua autostima sembrava risentirne.
La sua condizione lo rendeva estremamente vulnerabile, ed era chiaro che stava influenzando
non solo il suo comportamento, ma anche le sue performance scolastiche. La paura di essere
giudicato, di non essere accettato, lo rendeva teso e distaccato.
L’alopecia, infatti, non era solo una sfida fisica, ma anche un peso psicologico che influiva sul
suo senso di sé. Si sentiva inadeguato, in un’età in cui l’immagine corporea e l’apparenza sono
particolarmente rilevanti per l’identità.
In qualità di insegnante, ho cercato di stabilire un ambiente sicuro e accogliente per Marco,
assicurandomi che non venisse deriso dai suoi compagni. Ho anche suggerito di avvalersi del
supporto psicologico scolastico, affinché potesse affrontare i suoi sentimenti di ansia e bassa
autostima in modo sano. È fondamentale, come educatori, capire che condizioni come
l’alopecia vanno oltre l’aspetto fisico e possono influire profondamente sulla psiche degli
adolescenti, portandoli a interiorizzare sentimenti di solitudine e di esclusione. Come comunità
scolastica, è importante sensibilizzare tutti gli studenti alla diversità e all’importanza di
supportare chi sta attraversando difficoltà visibili o invisibili."

Testimonianza di una professoressa:
"Sono una professoressa e insegno italiano in un liceo. Da qualche settimana, avevo notato un
ragazzo della mia classe, Luca, che sembrava sempre più isolato e triste. Era timido e
introverso, eppure qualcosa in lui mi faceva pensare che ci fosse qualcosa di più dietro il suo
comportamento. Con il passare dei giorni, ho cominciato a osservare meglio la dinamica tra
Luca e alcuni dei suoi compagni di classe. In effetti, erano sei ragazzi che lo prendevano di mira
ogni giorno, scherzando su di lui, facendo commenti sul suo aspetto fisico e ridendo alle sue
spalle. Ho visto come Luca evitava di partecipare alle discussioni in classe, come sembrava
sempre più stanco e assente.
Il bullismo è una realtà difficile da affrontare, specialmente quando non è sempre evidente. Ma
nel caso di Luca, la situazione era ormai chiara. Ogni giorno, la sua autostima sembrava
sgretolarsi un po' di più, e il suo sorriso si faceva sempre più raro. Ho capito che dovevo
intervenire.
Decisi di affrontare la situazione durante un consiglio scolastico determinata al coinvolgimento
degli altri insegnanti i quali, seppur a conoscenza dei fatti erano restii ad intervenire. Nonostante
la prima indifferenza sono riuscita ad ottenere un confronto con i genitori dei “bulli” e
fortunatamente siamo riusciti ad arginare il problema migliorando sensibilmente la vita di Luca"

Testimonianza di un professore:
"Quello che voglio raccontare è una situazione che mi ha colpito profondamente e che ha
riguardato uno dei miei alunni, Andrea, un ragazzo che all’inizio dell'anno scolastico aveva
mostrato grande vivacità e interesse per lo studio. Tuttavia, tutto è cambiato quando ha perso
suo padre e contemporaneamente la madre è stata colpita da un pericoloso tumore, due eventi
che lo hanno segnato in modo profondo e che hanno avuto implicazioni evidenti nel suo
comportamento scolastico.
Quando Andrea è tornato a scuola dopo il funerale, si è subito notato il suo cambiamento. Non
partecipa più attivamente in classe, i suoi occhi non erano più quelli di prima: sembrava come
se avesse perso la motivazione, come se fosse entrato in un mondo tutto suo. Non era solo un
calo nelle sue performance scolastiche, ma un cambiamento emotivo che mi faceva
preoccupare. Andrea diventava più silenzioso, rispondeva a malapena alle domande e
sembrava distante, quasi come se non fosse davvero lì.
Inizialmente pensavo che fosse una reazione normale a un lutto, ma poi ho notato che la
situazione stava peggiorando. Durante le lezioni, la sua attenzione sembrava svanire e il suo
umore era sempre più giù. Il suo comportamento mi faceva capire che non riusciva più a
concentrarsi come prima, e questo ha avuto un impatto diretto sulle sue prestazioni scolastiche.
Non solo non riusciva a seguire le lezioni con la stessa energia, ma anche i suoi compiti erano
imprecisi e incompleti”.

Si precisa che le testimonianze raccolte sono solo alcuni degli innumerevoli casi che ogni giorno
affliggono la vita scolastica degli alunni.
Alla luce delle precedenti testimonianze possiamo facilmente dedurre il supporto che avrebbe
potuto svolgere lo psicologo scolastico, non solo come figura di ascolto, ma anche come guida
nel processo di elaborazione del lutto, dell’ansia sociale, delle dinamiche relazionali. In
situazioni delicate come quelle descritte, la figura dello psicologo avrebbe potuto offrire uno
spazio sicuro e senza giudizio, dove gli alunni avrebbero potuto esprimere il loro dolore e la loro
confusione. Lo psicologo, inoltre, potrebbe intercettare con maggiore facilità ulteriori casi che
meriterebbero la dovuta attenzione dando gli strumenti necessari per affrontare le varie
difficoltà. Spesso, la gente comune tende a sottovalutare l'impatto psicologico di condizioni
come l'alopecia, considerandole puramente estetiche. Tuttavia, la perdita dei capelli può
generare profonda insicurezza, ansia e persino depressione, soprattutto negli adolescenti. Uno
psicologo scolastico, con il suo occhio clinico, sarebbe in grado di riconoscere i segnali di
disagio emotivo legati a questa condizione, offrendo supporto e orientamento. Inoltre, potrebbe
sensibilizzare la comunità scolastica sull'importanza di non banalizzare tali problematiche,
promuovendo un ambiente inclusivo e rispettoso delle diversità.

In conclusione, le testimonianze e i dati presentati evidenziano chiaramente la necessità di
rafforzare il ruolo dello psicologo scolastico. Per garantire un supporto efficace e tempestivo agli
studenti, è fondamentale intervenire su diversi fronti. È essenziale investire nella formazione
continua degli psicologi scolastici, fornendo loro strumenti e competenze aggiornate per
affrontare le diverse problematiche che emergono nel contesto scolastico, con la possibilità di
specializzarsi in ambiti specifici come la gestione del bullismo, i disturbi alimentari o le
dipendenze, consentendo interventi più mirati ed efficaci. È necessario superare le barriere
burocratiche che limitano l'operato dello psicologo, garantendo una maggiore autonomia
nell'implementazione di interventi di supporto. La collaborazione con le famiglie deve essere
promossa, ma non deve costituire un ostacolo all'intervento tempestivo in situazioni di
emergenza o di grave disagio. È importante che lo psicologo scolastico abbia la libertà di poter
agire in maniera preventiva, intercettando i segnali di disagio prima che questi si aggravino.

L'assenza di una chiara regolamentazione della professione crea incertezza e ostacola la
definizione di standard qualitativi, pertanto è urgente definire un quadro normativo che delinei le
competenze, le responsabilità e le modalità di intervento dello psicologo scolastico, garantendo
uniformità e qualità dei servizi offerti. Difatti, ad oggi, il tentativo più concreto di
regolamentazione del ruolo dello psicologo scolastico è il Disegno di Legge S. 2613: che
prevede l'istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni
ordine e grado, definendo le sue competenze e i suoi ambiti di intervento. Infine, è essenziale
aumentare il numero di psicologi scolastici presenti nelle istituzioni, garantendo un rapporto
adeguato tra professionisti e studenti. L'investimento in risorse umane e materiali consentirebbe
di ampliare l'offerta di servizi di supporto psicologico, raggiungendo un maggior numero di
studenti in difficoltà. Rafforzando il ruolo dello psicologo scolastico, si può creare un ambiente
scolastico più inclusivo e accogliente, in cui ogni studente possa sentirsi sostenuto e
valorizzato, favorendo il suo benessere psicologico e il suo successo scolastico.

Annamaria Ascione- Psicologo
Simone Della Pepa e Daniele Matrone: Gruppo Giovani Psicologi ASSIMEFAC


BIBLIOGRAFIA
Counseling Scolastico Integrato - Enrichetta Spalletta - Carla Quaranta - 2004
https://www.studioripsi.it/a-scuola-oggi-apprendimento-digitale-e-processi-cognitivi/
https://www.latteseditori.it/star-bene-a-scuola/psicologo-a-scuola-chi-e-e-cosa-fa
https://thesis.unipd.it/retrieve/426350f9-b374-4adb-a767-270a42c67fe2/Belli_Marianna.pdf
https://ordinepsicologi.piemonte.it/wp-content/uploads/2021/06/LOPSICOLOGOSCOLASTICO.
pdf
https://documenti.camera.it/leg19/dossier/pdf/CU0074.pdf
https://www.iss.it/en/-/comunicato-stampa-n°08/2023-gli-adolescenti-italiani-dopo-la-pandemia-n
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stampato il 18/05/2025 alle ore 22:02:55