Il ritorno della mucca pazza
Categoria : infettivologia
Data : 30 gennaio 2000
Autore : admin
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Testo :
29.12.1999 Cattive notizie sul fronte mucca pazza, la terribile encefalopatia spongiforme trasmessa attraverso la carne bovina infetta. Da qualche anno ormai non se ne parla quasi più, se non per questioni economiche legate all’embargo di prodotti alimentari, ma uno studio condotto presso l'Università della California a San Francisco e pubblicato sui Proceedings of National Academy of Sciences», riporta l’attenzione sul pericolo di un'epidemia latente. La malattia, conosciuta come morbo di Creuzfeldt-Jakob, è causata da proteine peculiari, i prioni, individuate da Stanley B. Prusiner. I prioni non sono dannosi di per sé, essendo presenti in tutti i mammiferi, ma possono acquisire capacità infettive e patologiche quando ne viene alterata la struttura, il che può accadere per mutazione genetica o per effetto dell’interazione con altri prioni modificati. Secondo gli scienziati, l’epidemia del cosiddetto morbo della mucca pazza scoppiata verso la fine degli anni ottanta in Gran Bretagna è stata responsabile della nascita di una nuova variante della malattia, detta appunto new-variant Creuzfeldt-Jakob, una degenerazione progressiva e fatale dei tessuti cerebrali causata anch’essa dai prioni. Fino a oggi, però, il legame tra il morbo originario e questa nuova malattia era rimasto elusivo. Adesso, i ricercatori del San Francisco Institute for Neurodegenerative Diseases, coordinati dallo stesso Prusiner, affermano che il ceppo che causò il morbo della mucca pazza è lo stesso capace di indurre la nuova variante della malattia. Per il loro studio, i ricercatori hanno prima creato in laboratorio topi transegnici mancanti della forma normale della proteina prionica, e hanno quindi inoculato in due distinti gruppi di animali i prioni isolati dai bovini affetti dal morbo della mucca pazza» o dai tessuti cerebrali umani di individui deceduti per la nuova malattia. Entrambi i gruppi hanno sviluppato la stessa encefalopatia, suggerendo che si tratti proprio dello stesso agente. La scoperta fa riflettere in quanto mette in dubbio la resistenza della barriera di specie» cioè la scarsa suscettibilità di un individuo di specie diversa, in questo caso l’uomo, a essere infettato da prioni attraverso la carne o i derivati bovini. Questa convinzione faceva ritenere che il rischio fosse limitato, ma alla luce dei nuovi esperimenti è difficile per gli scienziati fare una stima precisa di quante persone potrebbero avere contratto la malattia, che ha un periodo di latenza di circa dieci anni e che ha colpito per ora in Europa oltre cinquanta persone. Questi risultati danno credito al fatto che il morbo della mucca pazza e i nuovi casi di encefalopatia sono causati dal consumo di prodotti infetti» dice Donald Price, della Johns Hopkins University. È una questione alla quale l'Unione Europea dovrebbe prestare attenzione.» Le Scienze www.lescienze.it
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