 I.A: come utilizzarne le funzioni creative minimizzando i danni
Categoria : Medicina digitale
Data : 28 dicembre 2026
Autore : admin
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Nelle scorse settimane abbiamo esaminato i poliedrici aspetti della Intelligenza Artificiale Generativa riconoscendone gli indiscutibili benefici, ma segnalando anche danni documentati e verosimili futuri danni potenziali, legati da un lato alle formidabili capacità creative della IA , dall’altro alla plasticità e fragilità delle nostre menti. (1,2) In questa terza pillola utilizziamo le conoscenze che abbiamo acquisito, per proporvi una brevissima guida alla utilizzazione della IA, valorizzandone le potenzialità e riducendo i danni potenziali ( ricordiamo il Deskilling, il Never-Skilling ed il Mis-Skilling molto ben descritti dal NEJM e da noi richiamati in una recente pillola (2))
1) Considerazione Preliminare- da riprendere periodicamente:
Quale tipo di relazione ho instaurato con la IA?: La utilizzo come consulente, ponendo quesiti chiari e precisi o mi rivolgo a “Lei” come ad un oracolo, dal quale in “cuor mio” mi attendo risposte geniali o addirittura “salvifiche”?
Non dimentichiamo mai che accettare passivamente le opinioni della “magica IA” atrofizzerà le nostre capacità critiche e creative rendendoci pian piano passivi “copiatori-incollatori” incapaci di ragionamenti critici e creativi ….
2) Supponiamo di chiedere un supporto in una “funzione nobile” : una Diagnosi Medica Complessa: L’ approccio che attualmente appare più corretto è il seguente: a) iniziamo da un elenco dei dati che abbiamo a disposizione b) nell’insieme dei dati cerchiamo di individuare quali tra loro abbiano valore probatorio ( tanto nell’affermare, quanto nell’escludere) c) utilizziamo questi dati “ significativi” per formulare il maggior numero di ipotesi possibili d) ordiniamo le ipotesi formulate in un elenco che assegni un valore probabilistico approssimativo ad ogni ipotesi
2bis) A questo punto, dopo aver effettuato un nostro ragionamento autonomo ed originale forniamo i nostri dati alla IA e poniamo il fatidico quesito: “Sulla base dei dati che abbiamo fornito, cara IA, quali ipotesi diagnostiche ti senti di formulare e perché?
3) Con questo approccio generalmente otterremo varie risposte,solitamente ben articolate e circostanziate, che dovremmo valutare criticamente non esitando a chiedere spiegazioni od a confutare risposte che ci sembrino infondate: questo scambio di opinioni e di osservazioni critiche migliora le prestazioni della IA e rafforza il nostro acume diagnostico!
L’atteggiamento più proficuo da assumere con la AI è quello di considerarla un nostro “ collega esperto e paziente… anche se a volte “distratto”: tra le sue qualità migliori ha quelle di non offendersi se non ci fidiamo, di non stancarsi se continuiamo a chiedere, di correggersi se gli dimostriamo che ha sbagliato… ed anche di iniziare tutto da capo se non siamo soddisfatti! Quindi un collega esperto che non si offende se lo critichiamo e non si stanca mai ( salvo interruzione della corrente elettrica …)
Chi ha un po’ di esperienza in questi scambi di idee con la IA sa bene che l’umano, ottenuta qualche risposta soddisfacente tende a rilassarsi e spesso e volentieri chiude il collegamento: quando avvertiamo questo impulso fermiamoci e rivalutiamo criticamente lo scambio di informazioni ed opinioni. Abbiamo valutato e valorizzato tutti i dati? Abbiamo posto alla IA i questi più importanti e dirimenti? Le risposte della IA sono coerenti, affidabili, sufficientemente approfondite ed utili al nostro percorso diagnostico? Se la risposta è SI procediamo con il nostro lavoro verificando tuttavia nella pratica la validità delle risposte, se è NO “mettiam su un po di musica e ricominciamo…."
Riccardo De Gobbi e Giampaolo Collecchia
Bibliografia 1) http://pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=8880 2) http://pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=8888
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