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Curare l’ictus con un raggio di luce

Categoria : neurologia
Data : 30 aprile 2000
Autore : admin

Intestazione :

Il laser vaporizza il coagulo senza danneggiare i vasi



Testo :

Un raggio che riconosce il colore del bersaglio potrebbe aiutare a ripristinare il flusso sanguigno nei vasi afferenti al cervello. La nuova tecnica sperimentale per la terapia dell’ictus si basa sull’utilizzo di un laser, ed è stata sperimentata da un gruppo di ricercatori dell’Oregon Stroke Center coordinati da Wayne Clark. Cinque pazienti colpiti da ictus sono stati trattati con il nuovo metodo, che rappresenta la prima applicazione di un laser in questo campo. La delicata tecnica consiste nella introduzione di un catetere equipaggiato con un laser all’interno del vaso. Lo strumento, controllato attraverso un’immagine angiografica, viene posizionato a meno di un centimetro dal punto di ostruzione del flusso, dove viene attivato per colpire soltanto i componenti del coagulo, costituito principalmente di proteine e globuli rossi. Il raggio infatti riconosce l’ostruzione sviluppando energia solo quando incontra un bersaglio di colore rosso, lasciando intatte le pareti circostanti del vaso. Nonostante la buona riuscita dei primi interventi, i medici esprimono comunque cautela sulle possibilità di utilizzo della nuova tecnica su vasta scala, almeno per il momento, sottolineando che lo studio è stato progettato con l’intento di valutarne l’effettivo rapporto rischio/beneficio. Sembra una tecnica molto promettente, afferma Clark ma a questo stadio ne stiamo ancora valutando la sicurezza. Il professore spiega che le nuove ricerche sulla terapia dell’ictus sono tese ad accelerare la rapidità dell’intervento dopo l’attacco, e che l’obiettivo delle sperimentazioni è quello di individuare il metodo più sicuro ed efficace per giungere alla rimozione fisica del coagulo nell’arco di pochi minuti anziché di ore, come sarebbe auspicabile. Al momento, la terapia più efficace per il ripristino del flusso sanguigno è la somministrazione del TPA (Tissue Plasminogen Activator), una molecola capace di attivare i normali processi fibrinolitici del sangue, somministrata entro breve tempo dall’attacco. Ora, i medici sperano di poter affiancare la terapia farmacologia con nuovi interventi per ridurre drasticamente gli effetti deleteri causati dalla ostruzione del circolo cerebrale.
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