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CONGELAMENTO PENIENO COME COMPLICAZIONE IMPREVISTA DEL JOGGING

Categoria : scienze_varie
Data : 28 febbraio 1999
Autore : admin

Intestazione :



Testo :

Venne pubblicata sul NEJM (e ripresa da diverse riviste) la segnalazione di un caso clinico che, per la particolarità, merita di essere ricordato: un medico di 53 anni, circonciso, non fumatore, sano, abituato all'esercizio fisico, iniziò alle 19 del 5/12/76 la sua abituale corsetta di mezz'ora. Indossava pantaloni di poliestere pesante sopra un paio di mutande tipo boxer e, per la parte superiore del corpo, diversi capi di cotone e lana sottile e un giubbotto di nylon. La temperatura esterna era di 8 gradi sotto lo zero accompagnata da forte vento freddo. Dopo circa 25 minuti di corsa il soggetto avvertì uno spiacevole e doloroso senso di bruciore all'estremità del pene, che si faceva via via più intenso. Al rientro in casa il paziente chiamò un collega della casa accanto che effettuò un esame ispettivo riscontrando un principio di congelamento del pene: il glande era frigido, rosso, molle e come anestetizzato. Il paziente fu invitato a riscaldare manualmente la parte ponendovi sopra la mano destra chiusa a coppa. La risposta fu rapida e soddisfacente per cui il medico soccorritore lasciò il paziente raccomandando di continuare a tenere in caldo la parte. Effetti collaterali indesiderati: al rientro in casa, la moglie trovò il malato che, nudo dalla cintola in giù, in piedi e a gambe divaricate, teneva l'estremità del pene con la mano destra mentre sfogliava con la sinistra una rivista (il NEJM, sembrerebbe); tale riscontro provocava una serie di effetti collaterali su cui il medico segnalatore non riteneva opportuno soffermarsi.

Fonte: “Human Hand & Other Aliments” , ripreso da Medici Oggi n.1)



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stampato il 11/12/2024 alle ore 11:05:10