Ressa: Cosa fare dopo la diagnosi? Rossi: Una volta stabilito che siamo di fronte ad un iperteso i passi successivi sono i seguenti: 1. escludere una ipertensione secondaria 2. ricercare la presenza di eventuali danni d'organo 3. valutare fattori associati di rischio cardiovascolare.
Ressa: Parlaci della prima eventualità, non frequentissima nella pratica.
Rossi: Infatti nella quasi totalità dei casi l'ipertensione non dipende da cause note e quindi si parla di ipertensione essenziale. Direi che le forme secondarie vanno sospettate: ·nei soggetti giovani (soprattutto in mancanza di familiarità) ·in caso di crisi ipertensive ·nelle forme resistenti a più farmaci associati (dopo aver escluso ovviamente una scarsa aderenza alla terapia, cosa da indagare sempre) La letteratura riporta una percentuale di forme secondarie del 4-5%, ma probabilmente il dato è falsato perchè si riferisce a casistiche selezionate. La mia esperienza è che le ipertensioni secondarie siano molto meno frequenti: in 26 anni di professione ricordo alcuni casi di ipertensione secondaria ad ipertiroidismo, una coartazione istmica dell'aorta in un quindicenne e qualche paziente con nefropatia avanzata; agli inizi della carriera ho visto anche un paziente in cui si era sviluppata un' ipertensione in seguito al trattamento con un farmaco contenente liquirizia (che a quei tempi si usava per la terapia delle gastropatie).