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Terapia anticoagulante orale |
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Ressa: Come spesso accade in medicina ci sono pazienti "difficili"
Rossi: La risposta al trattamento dipende da vari fattori come l’età (nei giovani sono necessarie dosi più elevate) e il peso corporeo. In alcuni pazienti è difficile raggiungere valori di INR accettabili. Questo può dipendere da: assunzione di dosi troppo basse, interferenza da farmaci (per es. anticonvulsivanti), assunzione di elevate quantità di vitamina K con la dieta, malassorbimento del farmaco. L'instabilità dell'INR può essere dovuta a: variazioni nell’apporto di vitamina K, uso di farmaci (anche erboderivati) che interagiscono con il warfarin, scarsa compliance sia nell'assunzione che nel monitoraggio. Non di rado l'INR supera il limite superiore del range desiderato. Le cause possono essere: dosi troppo elevate, aumentata sensibilità del paziente per cause intercorrenti (febbre, diarrea), concomitante uso di farmaci, eccessi alcolici, epatopatia, tireotossicosi.
Ressa: Io nei casi in cui non riesco ad ottenere un buon equilibrio, dopo aver fatto molti tentativi di schema terapeutico, cambio il warfarin con l'acenocumarolo. Anzi, a dirla tutta, preferisco il secondo al primo, ma credo che sia una strana abitudine europea.
Rossi: L'acenocumarolo (compresse da 1 e da 4 mg) ha un'emivita molto più breve del warfarin che viene per questo preferito avendo un effetto più stabile. L'acenocumarolo ha un'azione più rapidamente reversibile e quindi è utile quando si ritiene che il soggetto possa andare incontro facilmente a sovradosaggio. Le letteratura anglosassone in effetti preferisce il warfarin. Personalmente ho solo due pazienti in terapia con acenocumarolo (ormai da anni) e non ho notato particolari differenze rispetto al warfarin per quanto riguarda la stabilità dell'INR.
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