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Tromboembolismo venoso |
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Rossi: Inoltre è necessario un controllo medico quotidiano del paziente che va seguito almeno per i primi 7-10 giorni onde evidenziare segni iniziali di EP o di estensione del trombo segnalata soprattutto dal peggioramento dell'edema. E' necessario inoltre lavorare in un contesto con una buona organizzazione dei servizi di assistenza domiciliare perché per i primi giorni bisogna controllare l'INR e la conta piastrinica e in seguito, come previsto in scheda tecnica, l'emocromo. Bisogna poi sincerarsi che il paziente sia in grado di praticarsi l'iniezione di EBPM (o abbia qualcuno in grado di farlo) e sia assicurata l'assunzione corretta del warfarin. La scelta dei pazienti da trattare a domicilio deve quindi essere accurata. Suggerisco alcune situazioni che devono sconsigliare il trattamento a domicilio: alcolisti o pazienti che non danno affidamento di aderenza al trattamento, coesistenza di patologie che richiedono il ricovero, sospetto clinico di neoplasia occulta, segni o sintomi sospetti di embolia polmonare (attenzione all’abbinamento tachipnea-tachicardia), pazienti a rischio emorragico, anziani che vivono soli, notevoli problemi logistici, difficoltà di monitorare la terapia.
Ressa: Parlaci delle altre misure terapeutiche.
Rossi: Sono la elastocompressione e il posizionamento di filtri cavali. I filtri cavali vengono presi in considerazione se si è verificata un'EP nonostante warfarin oppure se il trattamento antitrombotico è controindicato per elevato rischio emorragico. Di solito i filtri cavali vengono lasciati in sede per 3 mesi, ma sembra che il vantaggio a breve termine sia annullato da una percentuale di recidive più elevata nel lungo periodo [12].
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