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Lipotimia e sincope |
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pag 7
Ressa: Il problema è convincere il paziente a impiantare il dispositivo e poi, purtroppo, le aritmie non compaiono a comando...
Rossi: Ti voglio raccontare questo caso, occorsomi non più tardi di alcuni mesi fa. Una mia paziente di 49 anni, con nessun precedente patologico degno di nota, chiama un sabato sera il collega di Continuità Assistenziale in seguito alla comparsa di una crisi lipotimica. Il collega non riscontra nulla di patologico e interpreta il tutto come dovuto all’ansia. Il lunedì seguente la paziente, insieme con il marito, mi consultano in merito. L’esame obiettivo è negativo, conosco la paziente per essere un tipo sempre preoccupato per la salute dei figli, prescrivo un blando ansiolitico. Tre giorni dopo, di sera tardi, nuovo episodio lipotimico. Questa volta il marito porta, preoccupato, la paziente in PS: esami di routine, visita, ECG, tutto negativo con conseguente ramanzina (deve stare calma, lei si preoccupa troppo, insomma le solite cose). Passano alcune settimane durante le quali la paziente mi consulta spesso perché teme che gli episodi possano verificarsi di nuovo, in effetti sembra molto stressata. Riferisce anche delle crisi di cardiopalmo per cui richiedo un ECG dinamico che però non mostra nulla di particolare. Finalmente una domenica pomeriggio nuovo svenimento, ricorso al PS, ECG negativo. La paziente sta per uscire dalla stanza dopo che il medico del PS l’ha rassicurata quando cade quasi addosso all’infermiera che la sta accompagnando fuori. Il secondo ECG eseguito all’istante mostra un blocco AV di terzo grado con una frequenza di 35 bpm.
Ressa: A me sono capitati casi in pazienti con frequenze simili che si sono tranquillamente recati in studio “perché mi sento un po' stanco e ondeggio”. Non vi sono però solo le aritmie...
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