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Sindrome metabolica
Inserito il 23 febbraio 2006 alle 19:27:00 da M. Bolognesi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Bolognesi:
Non è vero, alcuni medici hanno l’erronea impressione che la presenza della MetS indichi, in ogni caso, una condizione ad alto rischio, simile a quella di pazienti con CHD o con DM di tipo 2 accertate; non è così: il rischio assoluto nei pazienti con MetS è variabile e alcuni pazienti si trovano soltanto ad un moderato livello di rischio di CHD (CHD= Coronary Heart Disease; malattie delle coronarie).
Inoltre, alcune situazioni presenti nella MetS non sono incluse nelle tabelle per il calcolo del rischio cardiovascolare, esse sono: obesità addominali, uno stato pro infiammatorio (alti livelli di proteina C reattiva), glucosio a digiuno alterato oppure alterata tolleranza del glucosio e uno stato protrombotico (alti livelli di fibrinogeno).
Se questi fattori sono presenti nei pazienti che presentano anche quelli di rischio cardiovascolari classici, il medico ha la facoltà di assegnare un rischio più alto di quello stimato dal punteggio delle carte di rischio.

Ressa:
Parlaci dei vari aspetti della sindrome metabolica

Bolognesi:
Cominciamo dall’adiposità addominale: essa consiste nell’aumento del giro vita,≥88 cm per le donne, ≥102 cm per gli uomini..
Studi recenti hanno dimostrato che un’ampia circonferenza vita è correlata ad un aumento di malattie cardiovascolari, più alti livelli di insulina, aumento della resistenza all’insulina e aumento del grasso addominale viscerale, accertato da tecniche moderne come lo scanning tomografico computerizzato.

Ressa:
C’e’ differenza di rischio cardiovascolare tra l’obesità addominale e quella totale ?

 
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