Rossi: Premesso che l'esame obiettivo può essere poco sensibile e specifico nell'identificare i soggetti con polmonite, la diagnosi diventa probabile in presenza dei seguenti segni: 1. febbre elevata 2. tosse più o meno produttiva 3. segni focali: rantoli crepitanti, riduzione del murmure vescicolare, ottusità plessica. In alcuni casi i segni sono più sfumati, l'obiettività può essere non indicativa. Negli anziani una polmonite può esordire con confusione mentale, disorientamento spazio temporale o dispnea.
Ressa: Gli anziani buggerano sempre.
Rossi: La radiografia del torace conferma la diagnosi ma va tenuto conto che nelle prime 24 ore può mancare il quadro radiologico di addensamento. Per quanto si trovi scritto che le caratteristiche radiologiche orientano verso una diagnosi etiologica in realtà non è quasi mai così.
Ressa: Aggiungo che in presenza di obiettività senza ombre di dubbio, una negatività della radiografia del torace non esclude la diagnosi. Mi sono capitati soggetti con semeiotica da libro ai quali goffamente è stata esclusa la diagnosi “perché la lastra è negativa”; non sono casi frequenti ma esistono.
Rossi: Mah, è difficile dire perchè il gold standard per la diagnosi è la lastra mentre l’esame obiettivo ha sensibilità e specificità povere. I casi che descrivi potrebbero invece essere delle flogosi respiratorie basse indifferenziate. Comunque andiamo avanti. Gli esami di laboratorio non sono indispensabili per la diagnosi e a mio avviso possono non essere richiesti se non in casi particolari.