Rossi: L’insonnia è una delle principali cause di consultazione in medicina generale. Si stima che circa il 25-30% dei pazienti ultrasessantenni soffra (o ritenga di soffrire) di un qualche disturbo del sonno. Nei pazienti più giovani la percentuale è minore, attestandosi sul 5-10%. Oltre a provocare uno scadimento della qualità di vita l’insonnia può tendere alla cronicizzazione . I pazienti che lamentano questo disturbo per mesi hanno una probabilità elevata di andare incontro anche a problematiche di tipo psichico, soprattutto depressione.
Ressa: Mi sembra che l’insonnia rappresenti un esempio interessante di quanto la pratica medica quotidiana si discosti dalle raccomandazioni codificate e teoriche delle linee guida. Quest'ultime, infatti, enfatizzano molto l'approccio non farmacologico che però, almeno secondo la mia esperienza, trova uno spazio limitato, specialmente negli anziani, cioè in quei malati che più soffrono di tale patologia. Ma andiamo con ordine. Come si può classificare l'insonnia?