Ressa: L’artrosi spesso è una diagnosi di comodo, ma come facciamo a riconoscerla?
Rossi: Il dolore è il sintomo principale che porta il paziente a consultare il medico. Si accentua con l'esercizio e migliora con il riposo. Vi può essere rigidità mattutina che però scompare dopo mezz'ora circa con il movimento. Col tempo si ha una riduzione della motilità articolare mentre i movimenti possono provocare scrosci e crepitii (tipico lo scroscio nell'artrosi della spalla) e al quadro si sovrappongono fenomeni infiammatori con dolorabilità accentuata e versamenti articolari (fenomeni abbastanza frequenti nella gonartrosi). Nell'artrosi vertebrale le sedi più colpite sono la colonna cervicale e lombo-sacrale. Alla sintomatologia dolorosa tipica si possono sovrapporre sindromi radicolitiche da compressione dei fasci nervosi e da degenerazione dei dischi intervertebrali. L'artrosi dell'anca (o coxartrosi), oltre che dal dolore, è caratterizzata da una rigidità e limitazione dell'articolazione; talora il dolore viene riferito all'inguine o al ginocchio. Nell'artrosi del ginocchio (gonartrosi) si possono avere quadri di artrosinovite cronica, il ginocchio appare rigonfio e dolorabile alla palpazione, la motilità è ridotta fino ad arrivare, nei casi gravi, al blocco. Nell'artrosi delle mani si osservano i caratteristici noduli a livello delle articolazioni interfalangee soprattutto distali e prossimali e la rizoartrosi (artrosi del pollice che spesso arriva al blocco con compromissione del meccanismo di opposizione del pollice alle altre dita). L'artrosi delle mani comporta dolore e difficoltà ad eseguire movimenti fini delle dita ed è abbastanza caratteristica delle donne (tipica la casalinga che riferisce di non riuscire più a rammendare).