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Quelle neglette goccioline |
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Paziente privata, 75 enne, molto ricca e saputella, affetta da ipertensione di grado lieve, insufficienza circolatoria cerebrale modesta con meningioma volumetricamente stabile nel tempo, si reca saltuariamente a visita da Cretinetti "per fare il punto della situazione" ma quest'ultima volta il problema si trascinava da tempo.
Subito dopo l'estate, otto mesi prima, la paziente ha cominciato a lamentare una dispnea da sforzo ingravescente, ha effettuato "per non sbagliare, caro dottore", sia una visita cardiologia che pneumologica con diagnosi, rispettivamente, di sindrome del nodo del seno e asma bronchiale.
Gli e' stato proposto l'impianto di un pacemaker e una terapia con beta 2 stimolanti e corticosteroidi per via inalatoria che la paziente ha praticato in maniera discontinua; il pace maker, poi, non ha alcuna intenzione di metterlo, malgrado la sua autonomia si stia riducendo di molto, non riuscendo a fare brevi percorrenze senza l'insorgere di una dispnea severa.
Cretinetti e' molto peplesso: non si spiega come mai una paziente cominci a soffrire di asma bronchiale in eta' senile, il broncospasmo c'e' ed e' evidentissimo all'esame obiettivo ma la diagnosi di malattia del nodo del seno non lo convince anche perche' e' vero che la paziente e' fortemente bradicardia (45 battute al minuto), ma se sollecitata ad effettuare delle semplici flessioni, il ritmo risponde, innalzando la frequenza.
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