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La qualità in medicina |
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pag 4
Noi vediamo il medico di famiglia come la pianta dell'ULIVO, essa ha bisogno di respirare, deve avere aria intorno, i rami non devono toccare quelli di un altro esemplare, può vivere assieme ad altri ma a debita distanza e non è dimostrato che la pianta che vive in gruppo faccia più frutti di quella isolata. Non ci convince il fatto che le forme associative mediche siano più utili ai pazienti, secondo noi servono di più ai medici in termini di comodità e di economia di gestione, quindi il TENTATIVO di farle apparire come un miglioramento dell'assistenza è una FOGLIA DI FICO dietro alla quale si cela spesso solo il nostro tornaconto. Aborriamo i locali A ROTAZIONE con anomini quadri appesi al muro, coi pazienti attruppati in enormi sale di aspetto tipo Stazione ferroviaria.
Rossi: Si è tentato, quasi quasi, in questi ultimi anni, di sostenere che siccome il medico deve attenersi a linee guida e protocolli, in fondo ogni medico è uguale ad un altro, per cui è indifferente a quale professionista, appartenente al gruppo, il paziente si rivolga.
Ressa: Questo è stato smentito dai fatti, ogni paziente vuole il suo medico perché egli ritiene, a torto o a ragione, che sia il migliore per lui; di fronte a questo dato incontestabile si è dovuto per forza ritornare a rivalutare il rapporto medico-paziente come un fatto assolutamente unico e personale, il cardine del buon operare nella medicina di famiglia.
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