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Spesa e salute |
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pag 3
Ressa: La paziente era insolvente, c’è voluto l’intervento del Consolato italiano per il recupero della somma. Ma la cosa che mi ha più deluso è la mancanza completa di metodologia clinica; mi rifiuto di credere che il collega non sospettasse dall’anamnesi e dall’esame obiettivo che fosse un’esofagite da reflusso, ma è andato avanti lo stesso in un vortice diagnostico degno di miglior causa.
Rossi: Del resto è accertato che la qualità di un servizio affidato ai privati si presta, spesso, a molte variabili non squisitamente cliniche. E poi ci sono le assicurazioni, le rivendicazioni medico legali, un rapporto medico paziente che è basato sulla “non fiducia” e, di conseguenza, dal “ho fatto tutto quello che si doveva fare e la diagnosi era quella”.
Ressa Detesto questa “medicina difensiva” , sono convinto che un medico il quale operi in un ambiente del genere, perda inevitabilmente la sua “vis diagnostica” perché, a forza di non far girare più i neuroni, perde il filo del ragionamento clinico. In questo modo la spesa sanitaria aumenta e, per una sorta di effetto volano, pure le polizze; gli avvocati, poi, ti fanno causa sempre e comunque “tanto è assicurato e qualche dollaro glielo spilliamo comunque”, il rapporto medico-paziente muore per sempre. Se stai male per strada, prima di prestarti soccorso, ti frugano nelle tasche per cercare la tua carta di credito, è questa la civiltà moderna ?
BIBLIOGRAFIA 1. Ann Int Med 2003 Feb 18; 138: 273-87, 288-98
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