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Quell'amante distratto
Inserito il 08 febbraio 2006 alle 16:47:00 da G. Ressa. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Confermata la stessa con esami strumentali e di laboratorio, la terapia adeguata ha risolto il tutto; successivi studi hanno confermato l’esistenza della stessa patologia in tre dei cinque germani.
Anche stavolta la diagnosi era già chiara solo se Falchetto-Cretinetti avesse fatto cadere i suoi moralistici pregiudizi, su una paziente solo apparentemente fatua, che gli hanno bendato gli occhi ed offuscato il cervello.
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SOLUZIONE
La paziente riferiva, come detto nella esposizione del caso, un senso di “rimbambimento”, una oligomenorrea, una “ritenzione idrica”, una pelle piena di rughe, una ipertensione diastolica; chiede una “bomba per tirarsi su”, sono tutti elementi che hanno un MINIMO COMUN DENOMINATORE e l’ERRORE METODOLOGICO è stato proprio quello di non metterli insieme .
Falchetto aveva, da anni, inquadrato la paziente come una fatua che non si arrendeva alla perdita della giovinezza e aveva mentalmente irriso il collega perché riteneva improbabile che, a quarant’anni, una donna con entrambi i genitori ipertesi avesse una ipertensione secondaria; le indagini per escludere l’ipertensione secondaria erano negative e tutto poteva far inquadrare il caso come ipertensione essenziale, con relativa terapia.
Ma siccome c’è sempre da imparare la via era un’altra.
Il TSH non era stato richiesto in prima battuta da Cretinetti e tanto meno da Falchetto perché nessuno dei due aveva CORRELATO i sintomi che pure la paziente esplicitava bene.
Il problema è che la sindrome non era nata “DOPO” ma “PRIMA” in quanto i sintomi erano già presenti TUTTI INSIEME quando i due medici decisero di metterci le mani per fare diagnosi, quindi errore grave non averci pensato.
Inoltre c’era da un anno “la pelle invecchiata” e “una bomba per tirarsi su” era già stata chiesta a Falchetto che le aveva goffamente prescritto ferro e polivitaminici.
Ricordato quanto già detto, si collegano i vari sintomi ai seguenti segni rilevati all’esame obiettivo: una tiroide ingrandita, i riflessi OT un po’ torpidi; viene prescritta l’ecografia che conferma il gozzo con una struttura disomogenea diffusa; gli ormoni tiroidei sono al minimo, TSH 5.37, anticorpi anti tpo oltre 6 mila.
Diagnosi: TIROIDITE DI HASHIMOTO.
Somministrata tiroxina, la “ipertensione” è SPARITA e anche tutto il resto con somma soddisfazione della paziente che non ha più “ritenzione idrica”, la “pelle invecchiata”, il colesterolo poi “adesso è perfetto” e “mi sento come anni fa”.
Su loro sollecitazione, tre dei cinque germani della paziente vengono indagati e si scopre che hanno tutti la stessa patologia autoimmune (tiroidite di Hashimoto), due di loro anche un ipotiroidismo misconosciuto.
Epilogo: un caso che poteva ingannare dato che entrambi i genitori erano ipertesi e le usuali analisi per l’ipertensione secondaria negative, ma la “ritenzione idrica”, il ciclo ipomenorroico, la pelle “invecchiata”, il “senso di rimbambimento”, il colesterolo un po’ elevato hanno fatto la differenza, insieme ai rilievi dell’esame obiettivo.
Devo anche aggiungere che Falchetto pensava che la componente tiroidea potesse essere una CONCAUSA dell’ipertensione ma si è dovuto arrendere alla evidenza dei fatti: riportando il tsh e gli ormoni tiroidei a valori normali la pressione è precipitata a 70/80 di minima e lo è rimasta da 2 anni.


 
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