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Quello strano ittero
Inserito il 09 febbraio 2006 alle 17:01:00 da G. Ressa. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Falchetto-Cretinetti ha tra i suoi pazienti un simpatico coetaneo che gode ottima salute.
Un’estate il paziente, stimolato da Falchetto, decide di recarsi in vacanza nelle Due Sicilie ed esattamente nella Trinacria dove, oltre alle meraviglie paesaggistiche e monumentali, egli non lesina al suo palato le gioie della tavola e già il primo giorno consuma con la figlia un pranzo a base di primo con frutti di mare, secondo abbondante di crostacei, finale con fichi d’india, sorbetto al limone e cassatina.
Il giorno dopo la figlia viene colta da violenti dolori addominali e stato di prostrazione per cui viene chiamato il dottor Cretinetti il quale, dopo aver ascoltato lo svolgersi degli avvenimenti, con particolare riguardo al pasto luculliano, e dopo aver visitato il paziente, formula l’potesi di un’epatite acuta anche perché la giovane 14 enne presenta un subittero e urine ipercromiche; vista la pressione molto bassa e lo stato generale scaduto consiglia senz’altro il ricovero.
Il padre però non si fida, prende il primo aereo e la porta a Roma dal dottor Falchetto-Cretinetti il quale la visita, rileva il subittero, il pallore cutaneo e la negatività del rimanente esame obiettivo; fa eseguire analisi del sangue che mostrano emoglobina bassa, transaminasi normali e bilirubina elevata (quasi tutta indiretta), i markers dell’epatite A B C sono negativi.
La giovane sta già meglio salvo una spossatezza eccessiva, Falchetto-Cretinetti fa eseguire: aptoglobina, reticolociti, ferritina, test di Coombs, LDH e dosaggio G6PD.
I risultati confermano il sospetto di una crisi emolitica ma il test di Coombs è normale come pure il dosaggio del G6PD; la paziente non ha assunto farmaci di nessun tipo.
Falchetto vacilla, spiega il tutto al padre rimarcando il fatto che non si tratta di epatite ma di un “danno acuto ai globuli rossi” di cui non sa però spiegare la causa.
Dopo circa un mese rivede la paziente che si sente bene e Falchetto, anche se a colpevole distanza, riesce a formulare la giusta diagnosi che fu accolta con grande stupore.
*
Carenza di G6PD, acclarata rifacendo eseguire l’esame a distanza di tempo dall’episodio emolitico; i fichi d’india hanno fatto evidenziare questa patologia.


 
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