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Quell'ingannevole TC |
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pag 2
La TC, chiesta dal chirurgo, era risultata negativa MA l’esame obiettivo era ineludibile per cui Cretinetti chiese una ecografia che rilevò una lesione compatibile con una grossa ripetizione epatica apparentemente unica. La paziente fu operata ed è vissuta abbastanza bene per altri 13 anni, poi andò in cachessia neoplastica per metastasi diffuse al fegato e alle ossa, morì. Un amico radiologo (non aveva effettuato lui la TC), consultato da Cretinetti sull’argomento, si adirò moltissimo, perché, paradossalmente, anche lui disse che l’esame strumentale può dare i suoi risultati MA poi deve essere il Clinico a farli FILTRARE per il cervello: “NON chiedetemi diagnosi! esclamò, io faccio solo delle foto e vi dico cosa vedo, ma non è detto che la macchina fotografica funzioni sempre bene o che io e lei vediamo tutto”. l giovane Cretinetti capì solo allora che il dire: “La TC è negativa QUINDI lei non ha nulla” era una stupidaggine, foriera di pericolose conseguenze, la metastasi epatica in questione non si distingueva, alla TC, dal tessuto circostante, era visibilissima invece in ecografia. In seguito Cretinetti si mise al fianco dell’amico radiologo che gli mostrò come era facile anche con la sonda ecografica COSTRUIRE certe “immagini patologiche” che erano solo artefatti e come lisciarne clamorosamente altre di cui si conosceva, già dall’anamnesi, la sussistenza. Fu una FOLGORAZIONE: da questo caso Cretinetti ha cominciato a non ASPETTARSI la diagnosi da altri e a non NASCONDERSI dietro i referti radiologici, operazione difficile, ma ineludibile, pena abbagli clamorosi. Cretinetti frequentava all’epoca la specialità di Medicina Interna e si esibì, davanti a un mitico Clinico Medico, in un “Professore, pensavamo che questo paziente avesse una cirrosi, MA l’ecografia è negativa, QUINDI non ce l’ha”. Il Barone visitò il paziente, poi affrontò lo specializzando chiedendogli un documento, un silenzio tombale piombò in corsia, Cretinetti estrasse, con mano tremante, il pezzo di carta e lo porse al professore. Egli lo aprì ed esclamò: “Qui vedo una FOTO di Giuseppe Ressa, bene!” e poi, dandogli ripetutamente un buffetto sulla guancia, con un sorriso beffardo a mo’ di Padrino cinematografico: “QUESTO invece È Giuseppe Ressa” e poi ancora “l’ecografia è una fotografia ma io SENTO, perché lo tocco, che questo è un fegato cirrotico e RICORDATEVI TUTTI quello che ho detto”. Si passò alla stanza successiva e Cretinetti, rimettendosi la patente in tasca, mentalmente cassò l’uscita del Sommo bollandola come una spacconata e con lui tutti gli altri saputelli specializzandi, con camice inamidato, per i quali le indagini strumentali erano senz’altro più affidabili del sensorio umano; a fine visita il Barone fu apostrofato con i peggiori soprannomi, il più benevolo era “pazzo aterosclerotico”. GRANDE fu la sorpresa di Cretinetti quando, dopo qualche anno, nelle vesti di medico di famiglia, si vide arrivare in studio un nuovo paziente cirrotico, oramai ascitico: ERA LUI !!! Naturalmente Cretinetti non lo riconobbe, fu il paziente a ricordargli l’episodio, rimarcando l’uscita di Cretinetti al suo capezzale e la giustezza del commento del diffamato Barone. Cretinetti arrossì visibilmente e abbassò la testa, farfugliando qualche parola sconnessa. Dopo pochi anni il paziente morì.
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