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Cretinetti e quell'occhietto ammiccante
Inserito il 11 febbraio 2006 alle 10:31:00 da G. Ressa. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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75 anni, affetto da decenni da s.depressiva di grado severo refrattaria ad ogni trattamento (quello consigliato dalla moglie esasperata: “calci in culo”, è stato bocciato dal comitato etico della locale ASL).
È affetto da 20 anni da diabete mellito tipo 2 con compenso metabolico appena sufficiente, anche per la scarsissima attività fisica, concentrata prevalentemente sul telecomando del televisore.
È stato affetto, a 65 anni, da paralisi periferica sinistra del VII con reliquati permanenti, da 5 anni è gastrectomizzato per un cancro svelatosi con una ematemesi in soggetto già affetto da ulcera duodenale; è affetto anche da dislipidemia IIa e ipertensione, ha accusato in passato anche un accidente vascolare cerebrale con disartria ed emiparesi destra, da probabile embolia carotidea (placca non stenotica considerata “friabile”), senza reliquati permanenti.
Da allora è in trattamento con ramipril 10 mg, diuretici a basse dosi, statine, antidiabetici orali, venlafaxina rilascio prolungato; la ticlopidina, dopo qualche mese dall’evento vascolare, è stata sospesa per diarrea profusa, l’asa non è stato mai tentato per pregressa intolleranza (“da piccolo mi sono venute delle grosse bolle”) e la subentrante situazione gastrica suscritta.
Improvvisamente Cretinetti riceve una gran telefonata sul telefonino in cui la moglie allarmatissima gli dice che il marito ha un occhio chiuso ed è tutto agitato.
Cretinetti vola, la pressione è 200/100, ritmo cardiaco regolare, la palpebra dx è completamente ptosica, il paziente ha un eloquio non fluente, il resto è negativo salvo una “senzazione di formicolio al braccio destro”.
Cretinetti pratica furosemide i.m. e consiglia immediato ricovero, dice alla moglie che potrebbe essere una recidiva di accidente vascolare cerebrale o addirittura forse una riaccensione a distanza del cancro gastrico, compila la ricetta e va via.
Il giorno dopo riceve un’altra telefonata, il paziente è rimasto a casa su consiglio di un nipote internista che è giunto al suo domicilio subito dopo Cretinetti, “Ha lasciato una lettera per lei, dottore!”. Cretinetti torna dal paziente, legge lo scritto, a mala pena dissimula il suo disappunto e avvalla il tutto, torna a casa e tra e sé e sé pensa, amareggiatissimo, a quanta ignoranza lo pervade.
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