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Colesterolo sì, colesterolo no |
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pag. 2
La dottoressa Saputella è in gran forma stasera “Cari colleghi, come gestite i presunti casi di ipercolesterolemia familiare ? Fate diagnosi coi criteri classici, oppure inviate i pazienti verso centri specializzati ? Chiedete inoltre a costoro esami non invasivi per documentare una danno aterosclerotico silente (tipo valutazione dello spessore dell'intima media carotidea (IMT), oppure no ? Poi, li trattate tutti farmacologicamente, a prescindere dal calcolo di rischio cardiovascolare ? Il dottor Ebiemme si scatena e tira fuori un grosso faldone con le linee guida, le tabelle di rischio ed estratti di articoli vari “ Valori persistentemente elevati di colesterolo dopo tre mesi di dieta orientano verso una forma familiare. Poi, se è una forma familiare NON si devono applicare le carte ed il paziente va trattato, in conformità, una volta tanto, con la nota 13 :-) perchè in questi soggetti le carte sottostimano il rischio. Per il sospetto diagnostico ci si può basare sui criteri del registro Bloome: come si può vedere il solo fatto di avere un colesterolo elevato non è sufficiente di per sè per far diagnosi di forma familiare. Criterio A = CT >290 (prima dei 16 anni > 260) oppure LDL > 189 (154 prima dei 16 anni) Criterio B = Xantomatosi tendinea nel paziente o in un parente di primo grado Criterio C = Mutazione genetica accertata Criterio D = Infarto precoce (prima dei 50 anni) in un parente di secondo grado o prima dei 60 anni in un parente di primo grado Criterio E = CT > 290 in un parente di primo o secondo grado
Diagnosi definita = A + B oppure A + C Diagnosi probabile = A + D oppure A + E
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