Le temibili conseguenze delle fratture Le conseguenze legate alle fratture del femore sono pesantissime: • la mortalità è del 15-25%; • la disabilità motoria colpisce più della metà dei pazienti nell’anno successivo all’evento; • circa il 20% perde completamente la possibilità di camminare indipendentemente; • solo il 30-40% riprende piena autonomia nelle attività quotidiane. È fondamentale la tempestività dell’intervento chirurgico dopo la frattura, intervento che ormai la letteratura concorda nel definire necessario nella quasi totalità dei pazienti, indipendentemente dalla loro età, per permettere una buona ripresa funzionale. Il Progetto speciale di interesse regionale contenuto nel P.S.R 2005-2007 ” Artroprotesi dell’anca - Ortopedia chirurgica, come modello di programmazione e governo clinico ” promuove nel sistema sanitario toscano questa attenzione. La dimensione del fenomeno frattura femorale e vertebrale nella Regione Toscana. Nel 2001 sono stati dimessi per frattura del collo del femore oltre 5.600 cittadini toscani con età maggiore di settanta anni. Circa 2.000 le artroprotesi impiantate. L’80,9% delle fratture di femore è stato sottoposto ad intervento chirurgico, con variazioni significative legate alla età e al genere. Non è da dimenticare che oltre ai nuovi casi di frattura è fondamentale valutare anche il numero di fratture prevalenti, soggetti con storia di frattura, per l’impatto sulla qualità della vita e sulla richiesta assistenziale. Anche le fratture vertebrali rappresentano un grave problema nella popolazione anziana perché aumentano con l’età e comportano dolore e disabilità funzionale progressiva. La loro incidenza è paragonabile a quella delle fratture del femore, anche se in circa la metà dei casi non sono diagnosticate.