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Il progetto toscano contro l'osteoporosi
Inserito il 20 ottobre 2005 alle 12:27:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
terapia o prevenzione ?
Terapia o prevenzione per la patologia osteoporotica?
La riduzione della massa ossea avviene fisiologicamente con il progredire dell’età. Ovviamente avrà ripercussioni maggiori se la persona ha già in partenza una massa ossea ridotta, come quando è carente l'assunzione di calcio con la dieta in età giovanile, fattore che non permette di raggiungere un picco di massa ossea adeguato. La quantità ottimale di calcio che il nostro organismo necessita ogni giorno non è un valore fisso e dipende dal tasso di assorbimento e dalla perdita (variabili da persona a persona), così come dall’età. L'incremento dell’assunzione di calcio è utile nella prevenzione dell'osteoporosi e vi sono prove che può aumentare la massa ossea nelle donne giovani (9). L'esercizio fisico è efficace nella prevenzione dell'osteoporosi anche nelle donne più anziane10. Si tratta perciò di interventi raccomandabili comunque e indipendenti dall'età e dal rischio individuale.
La principale fonte di calcio è costituita dai derivati del latte. In caso di disturbi alimentari, per esempio intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte) o di regimi dietetici, per esempio a causa di ipercolesterolemia, diabete, obesità, può sembrare arduo arrivare ad una assunzione sufficiente di calcio. In realtà è possibile mantenere un corretto apporto di calcio con la dieta senza eccedere nell’uso dei grassi. Il latte e lo yogurt scremato contengono una quantità di calcio sovrapponibile a quella degli altri prodotti e sono pressoché privi di grassi. Il latte ad alta digeribilità può essere assunto in caso di intolleranza al lattosio. Spesso si dimentica che una parte importante del fabbisogno di calcio può essere assunto con l’acqua. Oltretutto si tratta di un calcio facilmente assorbibile. Un’acqua usata allo scopo di contribuire al fabbisogno giornaliero di calcio dovrebbe contenerne almeno 200 - 300 mg per litro ed avere un basso contenuto di sodio. Per il contenuto in sali dell’acqua minerale si può fare riferimento ai valori di calcio e sodio indicati dall’etichetta applicata sulla bottiglia. L’acqua dell’acquedotto ha normalmente un buon contenuto di calcio.
Le diverse modalità di intervento possibili, preventive o terapeutiche, sono determinate sia dai fattori di rischio in gioco per la malattia osteoporotica, e dalla loro modificabilità, sia dal rischio relativo della sua conseguenza più temibile, la frattura, che correla non linearmente con la riduzione della massa ossea. Come già rilevato la diminuzione del contenuto minerale osseo riconosce tre cause principali:
1. l’età e, nella donna, la menopausa;
2. il mancato raggiungimento del picco ottimale di massa ossea durante la crescita;
3. la perdita di massa ossea conseguente a patologie specifiche.
Per le condizioni di osteoporosi conseguenti a patologie specifiche, (terza causa principale) la presa in carico dovrà essere promossa dai professionisti interessati secondo Linee guida specifiche.
Per le prime due cause sono possibili sostanzialmente le seguenti linee di intervento:
1. una linea di trattamento definita “population based approach “, mirante a migliorare l’assetto osseo metabolico con semplici misure sanitarie comportamentali; è ben applicabile alla popolazione anziana per la quale, senza dispendiose misure di screening, è possibile prevedere un introito aumentato di calcio e vitamina D che è quindi utile supplementare, unitamente a programmi di attività motoria adattata.
2. una seconda linea definita “high risk approach“ risulta più impegnativa in termini di costi e di risorse disponibili e si deve basare su una più precisa identificazione di sottogruppi ad elevato rischio per frattura da osteoporosi tenendo soprattutto conto dell’età del soggetto e della relativa aspettativa di vita.
Per la identificazione dei sottogruppi costitutivi la seconda linea, “high risk approach“, vi è convergenza di vedute su questi punti:
• considerare l’utilità della terapia estrogenica solo per migliorare la qualità della vita in donne che entrano in menopausa e sono affette da una importante sintomatologia (14) ;
• migliorare le condizioni alimentari e funzionali motorie degli anziani;
• trattare farmacologicamente chi ha già avuto una frattura da fragilità;
• trattare farmacologicamente i pazienti con T score < – 2.5 SD e uno o più fattori di rischio.
Si sottolinea l’attenzione sulle variabili/condizioni associate ai gruppi selezionati per la variabile “high risk approach “: se si esclude la componente genetica, tutte sono il risultato della mancanza di una politica di prevenzione primaria della condizione osteoporotica.
Nel gruppo “high risk approach“ il problema vero, a ben vedere, si riduce alla condivisione dei criteri di selezione per individuare i pazienti con T score < – 2.5 SD, pazienti con aumentato rischio di incorrere in fratture.

 
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