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Il progetto toscano contro l'osteoporosi |
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la supplementazione di vitamina D
La prima iniziativa del progetto: “Aggiungi vita agli anni: il progetto toscano contro l’osteoporosi”. L’idea toscana è di utilizzare l’organizzazione sanitaria territoriale - Medicina Generale e Unità di Cure primarie distrettuali, Dipartimenti della Prevenzione - finalizzata alla vaccinazione antinfluenzale, per fornire, contestualmente ad un atto di prevenzione primaria di indubbia efficacia quale la vaccinazione antinfluenzale, due fiale di vit.D3 da 300.000 unità ciascuna, a tutti i soggetti oltre 65 anni con particolare attenzione e promozione della iniziativa, verso la categoria delle donne ultrasessantenni che, in ragione del riassorbimento dell’osso particolarmente evidente subito dopo la menopausa, presentano un rischio di frattura maggiore. La stessa iniziativa dovrebbe proseguire, oltre il periodo vaccinale, coinvolgendo la Medicina Generale e la Medicina di Comunità distrettuale, estendendo la somministrazione attiva ai soggetti sessantenni. Le fiale dovranno essere assunte per via orale in due giorni consecutivi, preferibilmente dopo la colazione mattutina.
La somministrazione di vitamina D3 alle dosi consigliate è assolutamente sicura, non presenta alcuna controindicazione, né effetti collaterali anche in soggetti affetti da patologie alla cui base c’è ipercalcemia, iperparatiroidismo primitivo, sarcoidosi.
Il trattamento con Vitamina D non favorisce la comparsa di calcificazioni arteriose anzi sembra diminuire il rischio arteriosclerotico.
La vitamina D non aumenta il rischio di calcolosi renale, lo diminuisce.
La concentrazione ematica della vitamina D non raggiunge mai, con la somministrazione di 300.000 UI per due giorni consecutivi, valori tali da indurre intossicazione. Non necessariamente la somministrazione di vitamina D deve essere associata alla somministrazione del calcio. Per quanto riguarda l’apporto del calcio l’efficacia è documentata solo per i pazienti con reale carenza di calcio e non per chi presenta un apporto adeguato di calcio. Si deve opportunamente insistere sull’educazione all’uso del calcio, scegliendo alimenti ricchi di calcio, evitando di “sanitarizzare” ulteriormente le condizioni di vita degli anziani. Il progetto toscano si caratterizza come il primo progetto con una dimensione di intervento regionale, l’unico rivolto alla universalità dei soggetti a rischio di ipovitaminosi, senza distinzione di genere. È il primo progetto regionale che affronta in maniera integrata sia la condizione osteoporotica che il rischio fratture, privilegiando un atteggiamento preventivo. L’obiettivo è sensibilizzare sul rischio osteoporosi: in Italia la percentuale di donne cosciente dei rischi legati alla osteoporosi è all’incirca del 20% a fronte del 50% registrato nelle donne francesi e spagnole.
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