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La spesa sanitaria e il medico di famiglia
Inserito il 15 marzo 2006 alle 22:28:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
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Errare, si dice, è umano.
Quando nell’errore si persevera, è però legittimo, e forse doveroso, chiedersi se si tratti di sbaglio o di volontà precisa. Mi sto riferendo al tema del “risparmio sulla spesa sanitaria”. Una premessa indiscutibile è che nessuno, salvo chi ne tragga lucro o sia in malafede, può pensare che sia bello sprecare le risorse. Il problema nasce sulle modalità più corrette per ottenere tale risultato. Un’altra premessa, anch’essa indiscutibile, è che la spesa sanitaria, per sua natura, dal momento che riguarda quanto ognuno ha di più caro, cioè la propria salute, è tendente all’infinito: nessuno si sottrarrebbe all’esecuzione quotidiana o settimanale di un accertamento (gratuito, indolore, innocuo) se da esso emergesse la possibilità di prevenire o di curare meglio ogni sorta di patologia. Che ciò sia impossibile economicamente, oltre che mera fantasia scientifica, è appunto un altro aspetto. Terzo elemento, da considerare accuratamente, è l’importanza della prevenzione, sia sotto il profilo del benessere soggettivo, sia sotto quello economico: è appena intuitivo che una protesi femorale ha un costo ben maggiore di qualche scatoletta di farmaco per l’osteoporosi. Last, but not least, dobbiamo considerare quale sia lo scopo della nostra professione: pur convinto che tra i medici vi siano, come per tutte le professioni, figure nobilissime ma anche figure egoiste e dedite solo al proprio tornaconto, credo comunque che nel mondo medico si coniughi mediamente molto bene la professionalità con le legittime aspirazioni ad una vita professionale colma di soddisfazioni, e che l’obiettivo della stragrande maggioranza dei medici sia quello di lavorare per la cura dei pazienti. Se prendiamo in esame la spesa sanitaria vediamo che la maggior quota di tale spesa è legata all’ospedalizzazione ed al personale (nel 2003 circa il 68% del totale) mentre la medicina di famiglia è meno del 6%, e la farmaceutica quasi il 14%. Assistiamo ad uno sforzo significativo per comprimere quest’ultima voce di spesa, ma non possiamo negare che alcune strade imboccate suscitano legittime perplessità: sappiamo che ogni ospedale è in grado di contrattare con le industrie farmaceutiche il prezzo dai farmaci da inserire nel proprio prontuario, ottenendone sconti fino al 50%.
 
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