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Cure perinatali in età gestazionali bassissime
Inserito il 05 aprile 2006 alle 22:59:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
motivi del dissenso
Dissentiamo profondamente con il contenuto del documento proposto. Non è accettabile infatti astenersi preventivamente dalla cura per motivi medico-legali (rischio professionale) e/o economici (costo delle cure / rapporto rischio beneficio) in quanto:

1) La probabilità di sopravvivenza dei neonati di 23 settimane, nei migliori Centri Italiani è intorno al 50% (dati relativi ai Centri Italiani afferenti al Registro Epidemiologico internazionale sui neonati pretermine - Vermont Oxford Database)

2) Il criterio dell’età gestazionale non può essere (e non lo è nella pratica quotidiana) l’unico parametro che determina l’intervento curativo

3) Studi recenti dimostrano che nei Centri in cui viene operata una rianimazione non selettiva si ottiene una maggiore sopravvivenza ed un minor tasso di disabilità, rispetto ai centri che operano una rianimazione selettiva. (Pediatrics 2004;114;58-64)

Compito della medicina è "prendersi cura sempre" (guarire quando possibile), cercando di superare il limite rappresentato dalla malattia. Nel caso specifico, prendersi cura significa guardare al neonato estremamente pretermine, accettando la sfida di una decisione che il medico deve assumere di volta in volta, non semplicemente in base ad una "norma" stabilita a priori.

Ciò non significa esercitare accanimento terapeutico (che è insistere con cure inutili su chi sta morendo), ma essere consapevoli di stare di fronte ad una vita umana appena iniziata di cui non possiamo sentirci "padroni" né definirne il destino. La vita, appunto, è innanzitutto sacra. E la "qualità" della vita (anche della nostra) non la stabilisce il medico: essa è direttamente proporzionale all'amore di cui è oggetto.

Questa coscienza, insieme alla valutazione tecnico-scientifica, è stata, ed è, condizione indispensabile proprio per lo sviluppo della medicina. C’è solo un modo di affrontare il problema, dal quale discende l’aspetto della competenza: lavorare affermando, di fronte al limite rappresentato dalla malattia e dalla morte, un principio di vita più forte. Se c’è questo allora c’è la coscienza dell’utilità; se non c’è questo la coscienza dell’utilità non resiste e si cede prima o poi al cinismo.

Medicina e Persona

 
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