Ressa: L’ipertensione è la malattia più frequente in assoluto, con la quale il clinico pratico non dovrebbe avere problemi né di diagnosi né di terapia.
Rossi: Tanto per dare delle cifre basti pensare che nella fascia d'età oltre i 65 anni si calcola che circa il 60% sia iperteso. Molti di questi soggetti non sanno di essere ipertesi e molti in trattamento non raggiungono i valori ottimali di pressione raccomandati dalle linee guida. Si può calcolare approssimativamente che un medico di MG massimalista abbia circa 250-300 pazienti in trattamento antipertensivo. Un dato recente (XXI° congresso della Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa - Firenze, ottobre 2004): gli ipertesi in Italia sarebbero circa 12 milioni.
Ressa: Purtroppo raramente il paziente può dare una mano, visto che nella maggior parte delle volte i sintomi non ci sono.
Rossi: L'assoluta asintomaticità della malattia è un'altra sua caratteristica. La maggior parte degli ipertesi non ha sintomi anche se spesso i pazienti addebitano alla pressione i disturbi più vari. Ne consegue che per diagnosticare l'ipertensione bisogna misurare la pressione arteriosa. Sembra banale ma non è raro trovare pazienti con ipertensione e danni d'organo già instaurati che non si sono mai controllati i valori tensivi.
Stucchi: Ho notato più volte che sintomi aspecifici come senso di testa “strana”, orecchie ovattate, acufeni bizzarri, ecc. scompaiono con il controllo pressorio.
Rossi: Confermo. Non so quanto questi disturbi siano effettivamente correlati ai valori pressori e quanto si tratti invece di semplici malesseri e il miglioramento riferito sia un puro effetto placebo.
Ressa: Nella raccolta dell’anamnesi familiare nessuno di noi si dimentica di esplorare l’esistenza di familiari ipertesi.