Ressa: Beh, bisogna davvero dire che le sorprese non finiscono mai.
Rossi: Un problema che si farà sempre più grave sarà l’interpretazione dei trials e delle analisi. Per esempio alcuni rimproverano alla metanalisi che dimostrava la superiorità dei tiazidici che ho citato prima [4] il fatto di aver effettuato dei paragoni indiretti fra i vari farmaci; altri sottolineano che nella metanalisi che conclude per una equivalenza dei farmaci [5] si considerano in un unico blocco tiazidici e betabloccanti, così che i primi sarebbero in partenza svantaggiati. Ti stupirà anche sapere che forse l’effetto nefroprotettivo degli aceinibitori e dei sartani nella nefropatia diabetica sarebbe non provato e probabilmente sovrastimato nelle nefropatie non diabetiche [19].
Ressa: Ma qui diventa sempre più confuso e non si sa più a chi credere… E noi dovremmo aggiornare il Manuale ogni mese!
Rossi: C’è qualcuno che ritiene che se i trials sugli antipertensivi fossero interpretati in modo rigoroso (cioè valutando primariamente l’end-point primario e non enfatizzando più del dovuto gli end-point secondari) dovremmo concludere che non vi sono grosse differenze tra i vari ipotensivi in termini di impatto sulle principali complicanze dell’ipertensione [20].
Ressa: Un po’ quello che, in soldoni, dicono le linee guida europee…Certo che il mestiere dei poveri medici diventa sempre più complicato. Passiamo ora ad esaminare la terapia di associazione. Naturalmente i farmaci non si usano e tanto meno associano a casaccio!