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Ipertensione - la terapia |
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Rossi: Si, però attenzione che forse non tutti i betabloccanti sono uguali. Per esempio l'atenololo è un betabloccante da molti anni usato nel trattamento dell'ipertensione, ma una recente metanalisi che ha valutato gli studi in cui il farmaco è stato paragonato al placebo o ad altri trattamenti non fornisce risultati molto confortanti e insinua qualche dubbio circa il suo uso come betabloccante di scelta nel trattamento dell'ipertensione [16]. La cosa è abbastanza sorprendente perché per esempio nello studio UKPDS l'atenololo si era dimostrato efficace tanto quanto l'aceinibitore nei diabetici. Quest'ultima meta-analisi non deve ovviamente portare ad emarginare i beta-bloccanti, anche perché l'esperienza ci ha dimostrato che domani potrà essere pubblicato uno studio che dice tutto il contrario. E ci si può comunque sempre indirizzare verso altri beta-bloccanti, non necessariamente i più recenti e costosi. C'è da dire che già una revisione precedente [17] consigliava di preferire, nell'ipertensione, i beta-bloccanti non cardioselettivi (propanololo, nadololo, sotalolo). Per aumentare la confusione ti dirò che qualcuno [18] mette in dubbio radicalmente il concetto che i betabloccanti debbano essere farmaci di prima scelta nell’ipertensione primaria. Anzi, a ben guardare, già metanalisi precedenti [21,22] avevano evidenziato una inferiorità dei betabloccanti rispetto ai diuretici a basse dosi. Secondo altri autori i beta-bloccanti sono efficaci negli ipertesi giovani mentre in quelli anziani sono inferiori agli altri antipertensivi [26].
Ressa: Insomma mi stai dicendo che i betabloccanti non dovrebbero più essere considerati farmaci di prima scelta?
Rossi: Non lo dico io ma il NICE, l'istituto inglese che valuta l'erfficacia dei vari interventi terapeutici. Nella sue linee guida 2006 [30] il NICE consiglia, nei pazienti giovani, un aceinibitore (oppure un sartano) mente negli anziani vanno preferiti i diuretici e i calcio-antagonisti. I betabloccanti possono essere considerati di seconda scelta in alcuni pazienti se esistono condizioni particolari (per esempio post-infarto, aritmie, scompenso cardiaco, iperattività adrenergica). L'impostazione del NICE però è stata in parte criticata, non per quanto riguarda la posizione sui betabloccanti, ma per gli altri criteri di scelta [31]. Una revisione Cochrane conclude che effettivamente i beta-bloccanti non dovrebbero più essere considerati farmaci di prima scelta nel trattammento dell'ipertensione, perchè sono poco efficaci nel ridurre lo stroke e non hanno effetto nei confronti della cardiopatia ischemica rispetto al placebo, ma soprattutto perchè mostrano un trend peggiore rispetto a tutti gli altri farmaci antipertensivi. Tuttavia queste conclusioni derivano per la maggior parte da studi in cui era stato usato l'atenololo quindi non sappiamo se per beta-bloccanti diversi sia lo stesso nè se questi farmaci hanno effetti diversi nei giovani rispetto agli anziani [32].
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