Ressa: Parlaci delle cosiddette sindromi coronariche acute (SCA).
Rossi: Attualmente si tende a considerare l'angina instabile e l'IMA come un unicum e si parla di sindromi coronariche acute. La differenziazione si basa sui caratteri elettrocardiografici e sul comportamento dei markers biochimici di danno cardiaco, come il CK-MB e le troponine. Le troponine infatti sono markers molto sensibili di necrosi miocardica e si elevano anche se il danno è molto piccolo.
Ressa: Quindi se sono elevati c’è infarto anche se non compaiono i segni elettrocardiografici?
Rossi: Esatto! Secondo le nuove classificazioni si diagnostica un infarto anche se l'ECG non mostra le classiche alterazioni morfologiche purché gli indici biochimici di danno miocardico siano positivi.
Ressa: L’ECG, allora, a che serve?
Rossi: Serve anzitutto a mostrare la sede e l'estensione delle lesioni, inoltre evidenzia tipo e intensità delle aritmie e permette di monitorare l'evoluzione. Un paziente con dolore toracico di tipo ischemico con markers di necrosi positivi viene suddiviso in due grandi gruppi a seconda del comportamento del tratto ST dell’ECG: 1.SCA senza ST sopraelevato 2. SCA con ST sopralevato