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Cardiopatia ischemica
Inserito il 15 febbraio 2006 alle 19:14:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Ressa:
Parlaci delle cosiddette sindromi coronariche acute (SCA).

Rossi:
Attualmente si tende a considerare l'angina instabile e l'IMA come un unicum e si parla di sindromi coronariche acute. La differenziazione si basa sui caratteri elettrocardiografici e sul comportamento dei markers biochimici di danno cardiaco, come il CK-MB e le troponine.
Le troponine infatti sono markers molto sensibili di necrosi miocardica e si elevano anche se il danno è molto piccolo.

Ressa:
Quindi se sono elevati c’è infarto anche se non compaiono i segni elettrocardiografici?

Rossi:
Esatto! Secondo le nuove classificazioni si diagnostica un infarto anche se l'ECG non mostra le classiche alterazioni morfologiche purché gli indici biochimici di danno miocardico siano positivi.

Ressa:
L’ECG, allora, a che serve?

Rossi:
Serve anzitutto a mostrare la sede e l'estensione delle lesioni, inoltre evidenzia tipo e intensità delle aritmie e permette di monitorare l'evoluzione.
Un paziente con dolore toracico di tipo ischemico con markers di necrosi positivi viene suddiviso in due grandi gruppi a seconda del comportamento del tratto ST dell’ECG:
1.SCA senza ST sopraelevato
2. SCA con ST sopralevato
 
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