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Tromboembolismo venoso |
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pag 15
Nonostante esistano linee guida che raccomandano in quali pazienti effettuare la profilassi stratificando il rischio in base al tipo di intervento e alla situazione clinica, si sta assistendo all'utilizzo della profilassi anche in situazioni a rischio basso, soprattutto per motivi medico-legali. Non è raro assistere a prescrizione di EBPM in soggetti giovani con distorsioni tibio-tarsiche immobilizzati per 10-15 giorni o di fratture isolate distali della gamba e del piede. Il rischio è sicuramente molto basso ma è difficile per il MMG sottrarsi alla prescrizione. Mi viene in mente una battuta che mi disse un vecchio MMG prima di andare in pensione: "Una volta quando uno moriva era la volontà di Dio, ora è perché il medico ha sbagliato". Alcuni [13] prevedono come profilassi anche l'aspirina sulla base dei risultati di uno studio [14], peraltro criticato, in cui l'asa veniva usato in pazienti sottoposti a artroprotesi d'anca. In realtà quasi tutti sono concordi nel definire l'eparina il gold standard della profilassi.
Ressa: Ci sono novità dalle linee guida?
Rossi: Recentemente sono state pubblicate linee guida sia per la diagnosi che per il trattamento del TEV [24,25] che, in pratica, riprendono quanto abbiamo detto finora: quindi nulla si nuovo sotto il sole.
Ressa: Ricordo personale di mio padre, morto per embolia polmonare massiva, dopo 3 giorni da un’adenomiomectomia prostatica a cielo aperto; la profilassi eparinica non si usava ancora; il paziente si teneva a letto. Mi sono macerato per anni perché, dopo pochi mesi dal suo decesso, si cominciò a parlarne, adesso si dà spesso a vanvera, allora non si dava “anche perché il rischio di sanguinamento in questi interventi è alto”. Riposi in pace.
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