|
|
|
|
|
|
|
|
|
Lipotimia e sincope |
|
|
pag 3
Rossi: Anzitutto l’anamnesi ci dirà che si tratta di situazioni che il soggetto spesso ha già sperimentato; non di rado sono presenti sintomi premonitori che il paziente impara a conoscere e generalmente non vi è mai completa perdita di coscienza; piuttosto il soggetto riferisce di essersi sentito male, di avere provato una improvvisa debolezza delle gambe, annebbiamento della vista, vertigini, sudorazione e talora acufeni. Poi l’esame obiettivo è del tutto negativo. Comunque una negatività dell’esame obiettivo non esclude una possibile genesi organica.
Ressa: Passiamo al secondo gruppo, quello dell' ipotensione ortostatica. Che cosa si intende esattamente con questa espressione?
Rossi: Direi che la possiamo definire come una eccessiva riduzione della pressione arteriosa al passaggio dal clino all’ortostatismo. Di solito si parla di ipotensione ortostatica quando la riduzione della pressione è superiore a 20 mmHg per la sistolica e 10 mmHg per la diastolica.
Ressa: Che cosa si verifica esattamente?
Rossi: Nel passaggio dal clino all’ortostatismo si verifica normalmente, per gravità, un ristagno di sangue nelle vene delle gambe e del tronco con riduzione della pressione. Questo fenomeno a sua volta attiva i barocettori dell’arco aortico e dei glomi carotidei, attivazione che si traduce in una iperstimolazione simpatica con iperincrezione di catecolamine e conseguente ripristino dei valori pressori. Nel soggetto normale questo meccanismo, praticamente immediato, di autoregolazione permette di passare dalla posizione sdraiata a quella eretta senza che si verifichino fenomeni di ipotensione marcata e di ipoperfusione cerebrale.
|
|
|
|
|
|
|
|
2004 - 2024 © Pillole.org Reg. T. di Roma 2/06 |
|
|
ore 03:25 | 1284857 accessi| utenti in linea:
37465
Realizzato con ASP-Nuke 2.0.5
|